Dato che l’anno sta per finire e se ne va pure un decennio, è tempo di bilanci. Mai come stavolta è facile farli se si parla dell’Empoli. Per quale motivo? Semplice, se si deve indicare un momento chiave o una partita simbolo del periodo 2010-19 si va sempre a parare lì: Empoli-Vicenza, finale playout di ritorno del campionato di Serie B 2011-12.
Empoli-Vicenza è un minestrone di emozioni. Il peggior Empoli degli ultimi anni deve vincere o pareggiare contro il Vicenza dopo lo 0-0 dell’andata. Gli azzurri arrivano da una stagione disastrosa con tre cambi in panchina (Aglietti poi Pillon poi Carboni poi Aglietti) e una retrocessione in Lega Pro potrebbe rappresentare un serio pericolo anche a livello finanziario. La squadra non sembra male, ma accanto a illustri sconosciuti ci sono giocatori con gli attributi come Tavano e Maccarone, tornati da poco. L’8 giugno 2012 è la data X.
Empoli e Vicenza chiudono il primo tempo sullo zero a zero, la calma prima della tempesta più bizzarra di sempre. A inizio ripresa l’Empoli sbanda e prende due gol da Paolucci. Sotto 0-2, a venticinque minuti dalla fine, sembra tutto finito e il Castellani è ammutolito. Ma entra Levan e segna al 71′, lo stadio si rianima e esplode sul 2-2 di Tavano su rigore. Serve solo pazientare un quarto d’ora e sarà Serie B. A cinque dal termine l’arbitro dà un rigore netto al Vicenza e il Castellani ripiomba nel silenzio: Paolucci calcia forte, ma Dossena scrive la storia e para. Ci sarà spazio anche per il gol del 3-2 di Maccarone al 94′ in contropiede.
Cosa rappresenta Empoli-Vicenza? La salvezza, in tutti i sensi. L’Empoli tira un sospiro di sollievo e su quelle ceneri pone le basi per i successivi sette anni, quasi tutti strepitosi. In caso di retrocessione sarebbe comunque arrivato il ripescaggio per il caso scommesse del Lecce, ma quel 3-2 è ancora scolpito nella memoria degli empolesi. Le montagne russe del secondo tempo dell’8 giugno sono da tramandare di generazione in generazione, come si usava un tempo con le grandi storie. Guardare al passato in un momento grigio come l’attuale può far male, ma ripensare al playout più pazzo di sempre strappa più di un sorriso.