(foto Empoli Fc Official)


L‘Empoli ha giocato una bella partita a Napoli ed è uscito sconfitto dalla Coppa Italia. Ha messo in campo una squadra giovanissima, al fischio finale c’erano quattro ragazzi che ancora devono compiere venti anni. La retorica della sconfitta a testa alta è piuttosto stucchevole, ma forse lo è di più chi scopre solo adesso la squadra di Alessio Dionisi. L’Empoli si è mostrato a tutta Italia, è proprio questo: una squadra intelligente, che sa pressare e mettere in difficoltà gli avversari, gioca bene a prescindere dall’avversario che ha di fronte o di chi mette in campo, perché ha un’idea di calcio ben precisa. Chi si stupisce di fronte a tutto ciò, e sorprende che a farlo siano molti (troppi) addetti ai lavori, allora non ha capito che la dimensione dell’Empoli è proprio questa: giocare bene, fare un calcio pulito e efficace. Scoprirlo adesso, dopo Sarri e Giampaolo e Andreazzoli e addirittura Baldini e Somma, vuol dire aver vissuto su Urano.

C’è chi tratta l’Empoli come il bambino piccolo a cui dare il contentino – “avete stupito tutti, bravi” oppure “avete perso con orgoglio” – e c’è fortunatamente chi, nell’Empoli, non si lascia stordire da questi complimenti falsamente teneri. Il lato positivo è che molti hanno davvero scoperto l’Empoli di Dionisi ieri alla prima partita con un pubblico più ampio e trasmessa in chiaro. Sui social network molti tifosi di altre società hanno elogiato il gioco e il coraggio degli azzurri, bravi nell’andare al Maradona con una squadra giovane e mettere paura a un Napoli un po’ in declino. L’Empoli targato Dionisi è una realtà solida fin dalle prime amichevoli stagionali, sarebbe sbagliato definirlo per la sola partita di ieri.

La partita di Napoli può essere un’arma a doppio taglio, perché adesso l’Empoli è sotto i riflettori e la pressione si fa leggermente più alta. Finora la squadra non si è mai seduta sugli allori e dovrà esser capace di non farlo neppure adesso, non dovrà crogiolarsi nelle belle parole arrivate da tv nazionali e quant’altro. Napoli-Empoli invece dovrà essere un punto di partenza. Se è stato possibile mettere in apprensione in trasferta una squadra che cinque mesi fa era al Camp Nou in Champions, allora deve aumentare la consapevolezza di essere sulla strada giusta. Ma esserci non vuol dire certo averla già percorsa tutta.

Gianmarco Lotti