Fabrizio Corsi, presidente dell'Empoli (foto Empolichannel.it)


Il presidente azzurro Fabrizio Corsi ha presentato il tecnico Pasquale Marino. “Annata in cui le responsabilità della società sono evidenti, inutile additare un allenatore o un altro perché le colpe sono principalmente nostre. Siamo stati noi a non individuare un tecnico che potesse guidarci verso risultati migliori. A Natale lo avevo un pochino accennato, ma non volevo togliere energie a tutti: la responsabilità principale è quella di voler seguire un tipo di calcio che ci ha regalato grandi soddisfazioni. Questo ci ha portato a farci del male, poi ci sono stati tanti giocatori che certamente hanno reso al di sotto delle loro potenzialità”.

Ci siamo rivolti ad una guida esperta, che ha conoscenza della categoria, per trovare una quadratura e un’organizzazione che aumenti il rendimento del gruppo e che sia adeguato alle loro qualità. In tutto questo, quando ci sono annate del genere, chi comanda si sente quasi ‘rimbischerito’. La responsabilità è mia, sono stato io ad avallare tutte le scelte. Spesso le abbiamo azzeccate, stavolta no. Non mi voglio però mortificare troppo, oggi penso di poter dire che abbiamo un gruppo forte ed un allenatore che lo guiderà nella maniera giusta”.

“Al mister chiediamo di uscire da quella situazione di classifica, mentre sul discorso Muzzi avevamo visto qualcosa di meglio con Salernitana e Livorno. In mezzo c’era stata la gara di Cosenza interpretata male, ma con un episodio che non voglio nemmeno evidenziare. La prestazione di Castellammare ci ha sorpreso, non ce lo aspettavamo. L’espressione della squadra è stata diversa dall’impressione di crescita che ci aveva dato”.

“Ci sono capitati momenti difficili, ma era un po’ di tempo che non succedeva. Questo ci trova un po’ impreparati, ma dobbiamo ritrovare un clima da battaglia per cercare di venirne fuori. Non mi godo mai i momenti di euforia perchè nel calcio tutto si ribalta alla svelta, ma non nascondo che questi mesi mi hanno suscitato un sentimento di angoscia che però adesso lascia il posto a speranza e ottimismo”.