Quando lo incontravi, non c’era verso di parlare d’altro. La prima parola, ma anche l’ultima, erano per la squadra, tant’è che alla fine poteva pure capitare che ti dimenticavi il motivo per cui lo avevi chiamato e che magari era pure importante. Loredano era fatto così. Si potrebbe parlare del sorriso, della gentilezza, della sua infinita generosità, della sua passione per lo sport e di molto altro ancora, ma la prima cosa che ti viene in mente sono gli aneddoti legati al calcio. E lui, fidatevi, ne conosceva tantissimi, anche se poi a dir la verità non te le raccontava proprio tutte. Perché come tutte le persone serie, quelle di cui ti puoi fidare, Loredano era anche riservato. Sarà per questo che di amici ne aveva davvero tanti. Li aveva conosciuti grazie al suo lavoro, li aveva conquistati perché quando avevi a che fare con lui il risultato era sempre quello.

Loredano Scardigli era insomma un gran professionista e una gran persona. La sua carrozzeria, gestita per 50 anni insieme al fratello, è ormai un punto di riferimento per tutti gli empolesi. A chi, prima o poi, non è capitato un problemino alla macchina? «Loredano, ho bisogno di te». ‘Passa quando vuoi’, diceva sempre così. E’ scomparso nel giorno del suo compleanno, che strana la vita. Nel momento in cui avrebbe compiuto 73 anni ha scelto di raggiungere il fratello Roberto, a cui aveva detto addio circa un anno fa. Se n’è andato così, all’improvviso, lasciando quel vuoto che è sempre un po’ più vuoto quando non te lo aspetti e fai fatica ad accettarlo. Lo piangono la moglie e le figlie, i colleghi e gli amici. Nel mondo del calcio, ne aveva decine. Da Luciano Spalletti a Walter Mazzarri, dal presidente Corsi ai giocatori dell’Empoli. Lo sport e le macchine, due passioni che lo hanno accompagnato per tutta una vita e che lo accompagneranno anche dopo i funerali che si svolgeranno sabato mattina a Santa Maria. Amava il pallone, ma anche il ciclismo, ed era sempre pronto a dare una mano mettendoci la faccia. Perchè nella vita esistono due categorie di persone, quelli generosi a parole e quelli che invece lo fanno coi fatti. Lui apparteneva alla seconda, uno di quelli che quando il Padreterno li fa poi butta via lo stampo.

In mezzo a tutti i suoi amori, quello per l’Empoli era però un qualcosa di più. Una passione, una religione, una scelta di vita. Perché Loredano non era un tifoso qualsiasi, e noi gli volevamo bene soprattutto per questo. Raccontava il calcio in radio e in tv in maniera schietta e genuina, privo di ipocrisie e mezze verità, senza mai risparmiarsi con nessuno. Aveva iniziato negli anni ruggenti, quelli del calcio pane e salame, ed era rimasto sempre lo stesso, una mosca bianca in un mondo, quello della comunicazione sportiva, diventato oggi fin troppo abbottonato e formale. Lo ricordiamo al fianco di Alessandro Lippi (con cui adesso conduceva Fuoricampo su Clivo) e Antonio Bassi, ma anche noi di Radio Lady, con cui negli ultimi anni aveva avviato un’amichevole collaborazione, possiamo vantarci di aver lavorato con lui. Si parlava di calcio, ma lo si faceva alla sua maniera. «Loredano, ti chiamo stasera in radio?». Rispondeva sempre ‘quando vuoi’.  Dio solo sa quanto ci mancheranno quelle telefonate.

Tommaso Carmignani