Assane Diousse negli studi di Radio Lady


Assane Diousse, ospite durante la trasmissione del giovedì Incontro Azzurro – L’Empoli in Diretta, su Radio Lady ha parlato del momento della squadra dopo il pareggio nell’ultimo turno contro la Roma.

La gara con la Roma ha dato fiducia? “Sappiamo che non è un momento facile e questo punto ci ha dato anche tanta voglia di stupire. Il gruppo sta bene e adesso ci aspetta un’altra battaglia contro il Pescara”.

Cosa vi ha dato quel risultato? “Contro la Roma sapevamo che non era facile. Noi siamo scesi in campo consapevoli che potevamo fare risultato. Abbiamo ottenuto un ottimo punto e questo risultato ci da ancora più fiducia per migliorare ancora tante cose”.

Una sfida, quella contro il Pescara, non decisiva: “E’ importante come tutte le altre sfide. Noi perché stiamo cercando di ritrovare la vittoria: dobbiamo prepararla al meglio possibile e cercare di fare risultato”.

Che sfida sarà? “Sarà una bella partita tra due squadre che giocano bene. Andremo a Pescara per imporre il nostro gioco e fare risultato, anche se a volte il gioco non ti premia. A noi è successo anche questo nelle prime giornate”.

Com’è giocare in Serie A? “Quando entro in campo per me è un divertimento. Non possiamo avere paura per una partita di pallone. Cosa cambia in Serie A? Quando ero piccolo qui a Empoli facevo il raccattapalle, li vedevo da vicino e poi mi sono ritrovato ad allenarmi con loro”.

A centrocampo c’è concorrenza: “E’ normale, tutte le squadre sono così. Io non la chiamo concorrenza, è solo una scelta del mister. Il tecnico decide chi sta meglio per farlo giocare: quando ti danno la possibilità bisogna dare il massimo”.

In cosa deve crescere Assane Diousse? “Tante cose ancora. Ricordo lo scorso anno nella partita contro la Sampdoria. Ho imparato tante cose, come stare in campo e nelle varie posizioni. Nessuno è perfetto, anche uno che ha 30 anni lavora su qualcosa che non sa fare al meglio. Anche quando si sbaglia bisogna rimanere con la testa su, perché può succedere a tutti”.

In un’intervista hai detto che vorresti aiutare i bambini del tuo paese:In Senegal non abbiamo niente, eppure la gente ride lo stesso ed è felice. Quello che abbiamo ci basta, ma servirebbero anche le strutture che mancano. I ragazzi a volte arrivano in Italia, ma a volte non sono tatticamente molto pronti e vengono scartati. Per me ambientarmi in Italia non è stato difficilissimo: c’erano anche altri ragazzi del mio paese e tutti insieme siamo diventati una famiglia“.

L’arrivo in prima squadra?Io ero con la Primavera e un giorno qualcuno non andò agli allenamenti in prima squadra. Mi allenai bene, l’allenatore era Maurizio Sarri, e poi sono rimasto. Non c’è pressione anche per un ragazzo che viene su dalle giovanili”.

Sulla prima squadra del Senegal: “In Senegal ci tengono molto alla Nazionale. Quando ti chiamano è molto bello per l’ambiente e la gente, ma io ho ancora molto tempo”.

C’è un giocatore a cui ti ispiri?Mi piace molto come gioca Thiago Motta“.

Giorgio Galimberti