Il giocatore del momento, due reti nelle ultime due partite, quattro gol in campionato nelle prime otto giornate. Stiven Shpendi è stato ospite negli studi di Radio Lady durante “Incontro Azzurro“, la trasmissione condotta da Alessandro Marmugi e Niccolò Pistolesi.

Con l’attaccante azzurro è stata analizzata la prima parte di questa stagione, l’ultima gara contro il Venezia e la prossima sfida contro il Modena. In mezzo, tante curiosità sulla carriera e sulle esperienze del classe 2003: il legame con il gemello Christian, le sue caratteristiche, gli obiettivi stagionali e quelli futuri.

L’intervista a Stiven Shpendi

Partiamo dall’ultima uscita stagionale: “Il Venezia è sicuramente una delle squadre più attrezzate per vincere il campionato. Era una partita molto difficile, anche perché abbiamo avuto poco tempo per prepararla con il mister nuovo. Però abbiamo dato una buona dimostrazione in campo e questo pareggio è stato molto importante.

Hai segnato di nuovo, secondo gol consecutivo, e raggiungi Popov a quota quattro reti stagionali: “Sono molto contento di aver aiutato la squadra con il mio gol. Mi resta solo un po’ di rammarico per la prima occasione che ho avuto al primo minuto, perché era più facile segnarla, ma sono felice di aver pareggiato la partita.”

Stai dimostrando di essere sempre nel posto giusto. Ti senti un po’ più attaccante puro in questo periodo? “Sì, ora sto giocando da prima punta e cerco sempre di credere in ogni pallone, anche nei rimpalli. Un attaccante forte deve crederci sempre. Sono pronto a sfruttare qualsiasi errore del difensore o palla vagante, perché è lì che si fanno i gol.”

Questa tua caratteristica del “crederci sempre” l’avevi mostrata anche nel gol col Palermo dell’anno scorso. Ti riconosci in quel tipo di giocata? “Può essere una mia caratteristica. In quell’occasione ho creduto fino in fondo su un retropassaggio alto del difensore e sono stato bravo a crederci e spingere la palla in rete. Quello è proprio il mio modo di giocare: non mollare mai.”

Hai parlato subito dell’occasione sbagliata, nonostante il gol. È segno della tua fame di migliorarti? “Perché per un attaccante segnare è importante. Ovvio che prima viene il lavoro per la squadra, ma i gol aiutano a vincere e fanno la differenza. Le statistiche contano, e un attaccante vive per quello.”

Si nota che sei sempre nel vivo del gioco, molto partecipe e utile anche ai compagni: “Cerco sempre di dare un’opzione di passaggio, un appoggio ai compagni. Voglio aiutarli quando sono in difficoltà e rendermi utile anche fuori dall’area.”

Con Ilie sembra esser nato un bel feeling: due assist consecutivi per te: “Dopo la partita gli ho detto che al terzo assist gli faccio un regalo (ride, ndr.). Stiamo iniziando a conoscerci meglio: all’inizio non era facile perché siamo tutti giocatori nuovi, ma col tempo abbiamo trovato il feeling giusto. So che tipo di palla mi può dare, e lui conosce i miei movimenti.”

Pensi che possa arrivare la chiamata della nazionale maggiore albanese? “È un mio obiettivo personale, un sogno. Mio fratello è già stato convocato e ha giocato un’amichevole con la nazionale maggiore. Mi piacerebbe moltissimo seguire le sue orme.”

Come vi state trovando con mister Dionisi, arrivato da poco? “Il primo contatto è stato molto positivo. È arrivato solo giovedì, ma ci ha già dato la sua impronta. Stiamo lavorando per capire bene i suoi concetti e trovare il giusto feeling. È importante che ci trasmetta certezze e compattezza, specialmente in una squadra giovane come la nostra.”

Quanto conta il gruppo in momenti complicati come quelli recenti? “Il gruppo è fondamentale. Siamo tutti ragazzi giovani e umili, ci aiutiamo molto tra noi. Questo spirito ci dà la forza per ripartire sempre.”

Hai esordito in Serie A con Andreazzoli contro il Verona, poi titolare alla quinta giornata contro l’Inter. Che ricordo hai di quel momento? “Non me l’aspettavo. L’ho saputo un’ora e mezza prima della partita, in riunione. Ho scritto subito a famiglia e amici: erano tutti allo stadio, anche perché tifano Inter! È stata un’emozione fortissima, anche per me che sono cresciuto interista.”

La tua famiglia è molto presente nella tua carriera: “Con la mia famiglia ho un legame fortissimo. Ci sentiamo ogni giorno e appena possono vengono a trovarmi. Mi danno tanta forza, sia a me che a mio fratello.”

Il rapporto con tuo fratello gemello è speciale: “Tifiamo davvero l’uno per l’altro. Non c’è gelosia, solo voglia di vederci entrambi andare sempre più avanti. Quando dicevano che uno era più forte dell’altro, ci stimolava a dare di più. Ci siamo sempre spinti a vicenda per migliorare.”

È vero che da piccoli eri tu a trascinare tuo fratello nel calcio? “Sì! Mio papà lo racconta sempre. Io volevo sempre andare al campo, lui no. Alla fine lo abbiamo convinto, e ora eccoci qua entrambi calciatori.”

Che differenze hai trovato tra Serie C e Serie A? “In Serie C è più fisica e meno protetta, non c’è il VAR in ogni partita e si prendono tante botte. Ti forgia molto. In Serie A è tutto più veloce, ma anche più tecnico.”

Ti senti più a tuo agio da seconda punta o da attaccante centrale? “Mi piace attaccare gli spazi. Anche se gioco da solo, cerco sempre lo spazio. Ma se ho vicino un’altra punta che mi aiuta, come Pellegri, mi trovo bene lo stesso.”

Hai qualche rito scaramantico prima della partita? “Uno sì, ma non lo dico mai a nessuno! Però ascolto sempre musica albanese del nord, quella di mio padre. Mi carica tantissimo prima di entrare in campo.

Qual è il gol più bello della tua carriera? “Quello segnato a Palermo contro la Carrarese, l’anno scorso. Mi sono girato e ho messo la palla sotto l’incrocio. Per me il più bello in assoluto.”

Che esperienza è stata quella alla Carrarese? “Molto importante. Venivo da un anno in cui avevo giocato poco e lì ho trovato spazio. Ho avuto qualche infortunio, ma mi è servita tanto per crescere. Mister Calabro mi ha aiutato molto, è bravissimo con i giovani.”

Che emozione hai provato dopo il gol al Palermo? “Un’emozione fortissima, un senso di liberazione. Venivo da un periodo difficile e quelle lacrime sono uscite spontanee, non avrei voluto ma non riuscivo a trattenerle.”

Cosa provi quando segni un gol? “Solo gioia. Esulto come mi viene, senza pensarci. Non ho un’esultanza fissa, ma forse dovrei studiarne una!”

Guardando al prossimo impegno contro il Modena, che partita ti aspetti? “Sarà molto difficile, loro sono primi in classifica. Giocano in casa e sono forti, ma vogliamo andare lì per fare i tre punti. Sarà anche un po’ un derby per me, visto che vivo a Cesena e mio fratello gioca lì vicino.”

Obiettivi personali per questa stagione? “Vorrei arrivare in doppia cifra. È il mio obiettivo da attaccante. E poi vedremo la “sfida” con mio fratello: lui batte i rigori, ma non li conto.”