Alla vigilia della sfida contro il Venezia, il tecnico dell’Empoli Roberto D’Aversa ha presentato in conferenza stampa una partita che definisce “importante ma non decisiva”, ricordando però quanto i tre punti peserebbero in chiave salvezza.
Il mister ha voluto innanzitutto esprimere, a nome suo e dello staff, la vicinanza alle famiglie di Greta, la bambina scomparsa a soli 11 anni, e di Giulio Drago, storico portiere azzurro, entrambi venuti a mancare in questi giorni: “Era doveroso da parte nostra”.

Parlando del match, D’Aversa è chiaro: “Il campionato non finisce domani, ma quella col Venezia è una gara che può avvicinarci al nostro obiettivo. È uno scontro diretto contro una squadra che ha trovato equilibrio e solidità, e che sta facendo un buon lavoro grazie a Eusebio (Di Francesco, ndr), che non elogio solo perché è un amico. Il mercato gli ha dato scelte e certezze, ma noi siamo stati tra i pochi ad averli messi in difficoltà in casa loro”.

D’Aversa non si nasconde: “È arrivato il momento di cercare i tre punti. Per la nostra classifica, per il pubblico e per l’obiettivo salvezza. Serve essere spensierati, ma anche determinati e decisi. Le partite determinanti saranno le ultime, ma questa resta una tappa fondamentale”.

Nonostante l’Empoli sia da 17 giornate senza vittoria, il mister preferisce guardare alle prestazioni: “Analizzo le ultime partite e c’è sempre da recriminare. Penso a Napoli, dove il 3-0 non rispecchia ciò che si è visto in campo. E non è l’unico caso”.

Sul piano mentale e dell’atteggiamento, D’Aversa è netto: “Bisogna partire forte, con volontà e determinazione. Ho chiesto coraggio e lo chiedo anche a me stesso, devo dare input chiari. L’atteggiamento non dipende da chi scende in campo, ma dallo spirito collettivo”.
La sensazione però è che stavolta il tridente possa essere una concreta possibilità con Esposito, Fazzini e Colombo subito in campo dall’inizio.

Tatticamente ci saranno delle valutazioni da fare: “Pezzella si è allenato poco, mentre su Viti stiamo ragionando in base al suo storico. Solbakken e Anjorin, in altre situazioni, non sarebbero stati convocati: non sono al top, ma ci servono anche loro”.

Infine, un pensiero anche per i tifosi: “Abbiamo bisogno di loro. E non devo neanche ribadirlo: loro ci sono sempre stati. Ma anche noi dobbiamo dare tutto per ripagare il loro sostegno. Dopo il Cagliari ho trovato grande sostegno, poi è chiaro anche noi ci tenevamo a vincere e capisco chi è rimasto deluso”.

Domani al Castellani servirà cuore, coraggio e concretezza. Perché il tempo stringe, e l’Empoli vuole scrivere il suo finale con orgoglio.