
Roberto D’Aversa è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della semifinale di andata di Coppa Italia contro il Bologna.
Quella contro il Bologna non è una semplice partita: “Siamo di fronte a un momento storico per la città, per il club e per tutti i giocatori. L’emozione di poter giocare questa partita è grande, perché è sempre stata una sfida di calcio di grande valore. La qualificazione si giocherà sui 180 minuti, non solo sui 90, ma ora il nostro focus è completamente rivolto alla partita di domani sera. Solo dopo penseremo al nostro obiettivo primario, che resta la salvezza. Domani i ragazzi dovranno scendere in campo con serenità, divertirsi e capire che, con determinazione, sacrificio e lavoro, si possono raggiungere traguardi che sembravano impensabili. Nessuno avrebbe immaginato all’inizio della stagione che questa squadra potesse giocarsi una finale di Coppa Italia. Per questo, è un motivo di orgoglio non solo per il club e per i ragazzi, ma per tutta la città, che vive con passione questa avventura. Ripeto, questa partita deve servirci come esperienza di crescita e consapevolezza.”
Le sfide in campionato possono essere state un aiuto? “Sicuramente i due precedenti ci hanno dato indicazioni importanti, ma in questo momento credo che il Bologna, insieme alla Roma, sia la squadra più in forma del campionato italiano. Hanno assimilato perfettamente la mentalità del loro allenatore: giocano con grande compattezza e riescono a vincere anche partite sporche. Questo dimostra la loro crescita e il loro spessore, considerando che stanno lottando per un posto in Champions League. Hanno qualità importanti e sono in un ottimo momento. Dobbiamo analizzare quelle due sfide passate, che ci hanno dato indicazioni utili, ma anche essere consapevoli che il Bologna è cresciuto molto rispetto ad allora. Ora sono una squadra ancora più solida, con una forte coesione tra società, allenatore e giocatori.”
Per la formazione il filo conduttore resterà quello delle ultime partite di Coppa Italia? “Certo, perché, come ho già detto in altre occasioni, il nostro approccio non deve cambiare in caso di passaggio del turno. Siamo arrivati in semifinale di Coppa Italia grazie a prestazioni importanti, non solo da parte dei titolari, ma anche di quei giocatori che hanno dato un contributo fondamentale e che riempiono d’orgoglio il club. Superare squadre come Torino, Fiorentina, Juventus e Roma non è stato un caso, ma il frutto di un percorso di crescita. Inoltre, la società ha sempre dato grande valore al proprio settore giovanile, portando avanti questa filosofia con convinzione, come dimostra il lavoro della famiglia Corsi. Non vedo quindi perché cambiare il modo di gestire questa competizione. Certo, dovrò anche considerare la condizione di alcuni giocatori reduci da infortuni, ma è giusto che tutti, compresi quelli che hanno avuto meno spazio, si facciano trovare pronti.”
Dopo ogni partita di Coppa Italia è arrivato sempre un risultato positivo in campionato: “Spesso e volentieri, alcune partite sono servite singolarmente a determinati giocatori. Mi viene in mente la gara di Firenze, dove Esposito rientrava da un infortunio: inizialmente avrebbe dovuto giocare in Coppa Italia per poi riposare a Verona, ma alla fine si è ritrovato titolare anche in campionato. A volte i piani cambiano, non solo per scelte tattiche ma anche per questioni fisiche. Su questo aspetto, il nostro staff lavora attentamente, gestendo i carichi e valutando la condizione dei giocatori. Ci sono casi in cui decido di non utilizzare elementi come De Sciglio o Marianucci, non per motivi tecnici, ma perché in quel momento non sarebbero al massimo della forma. Cerchiamo di valutare ogni dettaglio, ma la squadra sta bene, sia fisicamente che mentalmente. Altrimenti, non sarebbe stato possibile affrontare una sfida come quella contro il Como, una squadra che ha investito 100 milioni di euro cambiando quasi completamente la rosa.”
Contro il Cagliari in campionato mancheranno sia Fazzini che Gyasi, avranno più chance di giocare domani? “Quando ragioniamo sulla gestione delle energie, lo facciamo a 360 gradi, considerando ogni aspetto. È chiaro che anche questo fattore rientra nelle nostre valutazioni. Veniamo da una pausa, quindi chi non è stato impegnato con la nazionale ha avuto la possibilità di recuperare energie, lavorare con continuità e farsi trovare pronto fisicamente.”
Ha già deciso la scelta in porta? “No, perché la scelta avrebbe potuto ricadere su Silvestre, ma ora dobbiamo valutare le condizioni fisiche di tutti e poi deciderò chi partirà dalla prima linea. Da questo punto di vista, però, non ci sono dubbi: che giochi Silvestre, Vasquez, Seghetti – che non dimentichiamo ha già avuto spazio – o Brancolini, abbiamo piena fiducia in tutti.”