
Nell’ultima puntata di Incontro Azzurro è intervenuto il Data Analyst Andrea Taddei di Winning Eleven Data con cui abbiamo analizzato l’ultimo periodo complicato dell’Empoli, approfondendo la prossima gara contro il Como.
Terzo appuntamento della rubrica “Empoli Inside”, pensata per analizzare il momento dell’Empoli attraverso statistiche e dati. Approfondiremo le partite giocate e quelle in arrivo, offrendo uno sguardo dettagliato su dati e trend per comprendere meglio le prestazioni degli Azzurri.
I gol subiti dall’Empoli dall’ultima vittoria contro il Verona. Come sono arrivati e quanto ha pesato l’assenza di Ismajli e Viti?
I gol che abbiamo subito arrivano da situazioni diverse, ma c’è un elemento che li accomuna: gli avversari sono riusciti a trasformare in rete, con maggiore facilità del previsto, le occasioni create. Questo dato emerge chiaramente dalle statistiche sugli Expected Goals: a fronte dei gol effettivamente subiti, il valore degli xG è inferiore di ben 7 gol. In altre parole, gli avversari sono riusciti a segnare 7 gol in più rispetto a quanto indicava la probabilità reale delle loro conclusioni.
Questo può essere dovuto a due fattori: da un lato, la bravura degli avversari nell’essere particolarmente precisi o cinici; dall’altro, anche alcuni nostri demeriti, perché in determinate circostanze potremmo aver favorito, magari inconsapevolmente, la finalizzazione o reso più semplice l’esecuzione dell’avversario.
C’è poi un dato interessante che sottolinea l’importanza di alcuni giocatori nella tenuta difensiva. Nelle cinque partite in cui non abbiamo potuto contare né su Ismajli né su Viti, abbiamo subito 12 gol, con una media di 2,4 gol a partita. Nelle cinque partite in cui è mancato solo uno dei due, i gol subiti sono stati 13, con una media ancora più alta di 2,6 gol a partita. Quando invece entrambi sono stati titolari, in quattro partite, abbiamo incassato soltanto 6 gol, con una media di 0,67 gol a partita.
Questo dato conferma chiaramente quanto sia determinante la presenza contemporanea di entrambi in campo, soprattutto in questo periodo che va dalla partita contro il Verona fino ad oggi.
Quanto hanno inciso gli attaccanti e come sono arrivate le reti?
Nel periodo che abbiamo preso in considerazione, abbiamo realizzato 9 gol, a fronte però di un valore di 16 Expected Goals. Questo significa che, secondo i dati, ci mancherebbero all’appello circa 7 gol rispetto a quanto effettivamente creato. È un dato che conferma ciò che spesso ha sottolineato mister D’Aversa nelle interviste, quando parlava di una squadra che raccoglie meno di quanto produce e che, proprio per questo, avrebbe meritato qualche vittoria in più.
Entrando nel dettaglio, questi 9 gol sono stati realizzati da:
- 4 gol da Esposito
- 2 gol da Colombo
- 1 gol da Cacace
- 1 gol da De Sciglio
- 1 gol da Grassi
Va segnalato che, rispetto ai mesi precedenti, si è leggermente abbassata la prolificità dei nostri due attaccanti titolari, in particolare di Esposito, che aveva attraversato un periodo di grande forma e concretezza sotto porta.
Un altro aspetto interessante riguarda la modalità con cui sono arrivati questi gol, diversa rispetto al passato:
- 3 gol di testa, un dato insolito per l’Empoli degli ultimi tempi;
- 3 gol realizzati all’interno dell’area piccola;
- 2 gol segnati in area di rigore;
- 1 gol su calcio di rigore.
Inoltre, due di queste reti — quella di De Sciglio (di testa) e quella di Grassi (conclusione in area) — sono arrivate sugli sviluppi di calcio d’angolo, a testimonianza di un miglioramento anche sulle situazioni da palla inattiva.
La pericolosità del Como
Il Como si schiera prevalentemente con un 4-2-3-1, che in fase di non possesso si trasforma in un 4-4-2 compatto, mentre in fase di possesso tende ad allargarsi con gli esterni e costruire con un assetto che possiamo definire un 2-2-2-3-1. Una delle caratteristiche principali della squadra è la capacità di alternare la ricerca immediata della verticalità con un’ottima gestione del possesso: se non riescono ad andare subito in profondità, mostrano grande abilità nel palleggio e nel coprire bene il campo, occupando gli spazi tra le linee. Questo tipo di gioco riflette chiaramente l’impronta di Fabregas, che porta un’idea di calcio molto influenzata dal cosiddetto “guardiolismo”.
Un’altra peculiarità importante del Como è la pressione alta e aggressiva: quando perde palla in zona offensiva, la squadra effettua un immediato gegenpressing, coinvolgendo anche 4-5 uomini nella riaggressione. Non a caso, i numeri confermano questa tendenza: il Como è attualmente la quarta squadra in Serie A per intensità di pressing.
Per quanto riguarda i singoli, fortunatamente mancherà per squalifica Nico Paz, che rappresentava l’uomo più pericoloso. È infatti:
- – il giocatore che ha tentato più tiri in Serie A;
- – quello che ha partecipato al maggior numero di azioni da tiro per la propria squadra;
- – il capocannoniere del Como insieme a Cutrone, con 6 gol segnati;
- – un giocatore che abbina capacità offensiva a un importante contributo nella riconquista del pallone.
Tuttavia, restano comunque diversi elementi di grande qualità. In particolare:
- Diao, che sta vivendo un periodo di forma straordinario;
- Strefezza, che è attualmente sesto in Serie A per “passaggi chiave”, ovvero per numero di passaggi che portano a un’occasione da tiro.
Come l’Empoli può avere la meglio sul Como?
Per quanto riguarda i punti deboli del Como, uno degli aspetti su cui l’Empoli potrà provare a far leva è sicuramente la loro tendenza a concedere contropiedi. I dati confermano che il Como, pur essendo una squadra molto organizzata e aggressiva, lascia spesso spazi in transizione negativa, soprattutto quando perde palla nella metà campo avversaria.
Questo dipende dal loro approccio offensivo: in fase di costruzione e manovra, il Como tende a rischiare molto, cercando soluzioni ambiziose anche nei passaggi. Sono una squadra molto precisa nella gestione del pallone, ma proprio per questo motivo, se l’Empoli sarà bravo a mantenere ordine, ad uscire con pulizia dalla loro pressione immediata e a ribaltare l’azione velocemente, potrà trovare spazi per colpirli.
In sintesi, la chiave potrà essere quella di saper leggere bene le situazioni in cui recuperiamo palla, sfruttando la loro riaggressione alta e la predisposizione ad esporsi dietro.