Sebastiano Esposito è stato intervistato da “Il Tirreno” dove ha parlato del momento attuale dell’Empoli e del suo stato di forma.

Nei giorni scorsi, infatti, c’è stata l’inaugurazione del campo ristrutturato del Rione Cicerone a Castellammare dove tutti e tre i fratelli hanno tirato i primi calci al pallone.

“E’ stata una grande emozione, c’erano tanti ragazzi, tante persone, c’era il Sindaco Luigi Vicinanza, le autorità. E’ stato molto bello.”

Bello è il regalo che lei e i suoi fratelli avete voluto fare alla vostra città.

“Ci tenevamo. Su quel campo abbiamo cominciato tutti e tre e ci sembrava doveroso rendere qualcosa alla nostra comunità.”

Nel frattempo, però, i suoi fratelli hanno giocato contro la Juve Stabia vincendo e andando pure entrambi a segno…

“C’ero anche io. In tribuna, ovviamente. E anche assistere alla partita è stata una grande emozione. In quello stadio, il Menti, siamo cresciuti. Mio padre allenava lì e per noi è davvero una seconda casa.”

Ma con i suoi fratelli si è congratulato o si è arrabbiato?

“Congratulato. Sono sempre contento quando segnano, se poi lo fanno contro una squadra che non sia la “nostra” Juve Stabia anche di più.”

Proprio all’inaugurazione del campo ha detto che è solo un primo passo per Castellammare di Stabia…

“E’ così. Non è una città semplice, per me e i miei fratelli è stata decisiva la famiglia che non ci ha mai fatto neanche pensare di poter prendere una strada che non fosse quella giusta. Ma non per tutti è così. Ora speriamo che quel campo possa aiutare qualche altro giovane, ma resta ancora tanto da fare.”

E non le sembra un discorso che, ovviamente, su un piano completamente diverso, può valere anche per l’Empoli?

“Si, in qualche modo sì. Nel senso che anche per noi l’inizio, quello di campionato, è stato ed è positivo. Ma il più resta da fare. Abbiamo 15 punti e per arrivare dove vogliamo arrivare non basterà neanche farne il doppio. Quindi noi dobbiamo continuare così cercando di sfruttare i margini di miglioramento che ancora ci sono.”

Dopo la partita con la Lazio lei però aveva detto che non era sorpreso del rendimento dell’Empoli ma di chi si sorprendeva del rendimento dell’Empoli….

“Si perché, come spiegai proprio allora, dal primo giorno di lavoro ho avuto la certezza di far parte di una squadra forte, con tanti giocatori bravi. Poi, ovviamente, andava assemblata, messa insieme, ma in questo è stato molto bravo il mister.”

Che ora potrebbe anche poter contare di nuovo su Esposito…

“Speriamo”

Come speriamo? Come sta?

“Meglio.”

Ce la farà a esserci per la partita contro l’Udinese?

“Di scontato non c’è niente, ma di sicuro farò di tutto per esserci.”

Cosa ne pensa della suggestione di un tridente con lei, Pellegri e Colombo?

“Che dovete chiederlo a mister D’Aversa, è lui che decide. Io posso solo dire che con Pietro e Lorenzo ci conosciamo da tempo e che tra noi c’è un ottimo rapporto.”

Avete anche le caratteristiche tecniche e la propensione al sacrificio per poter giocare insieme.

“Considerazioni e decisioni, ribadisco, spettano al mister.”

Ok, non si sbilancia: ma in generale che partita c’è da aspettarsi contro l’Udinese?

“Ovviamente difficile, perché in Serie A lo sono tutte. Stavolta, in particolare, incontriamo una squadra che ha valori tecnici importanti e che anche a livello fisico può creare problemi a chiunque. Quindi ci saranno sicuramente delle difficoltà. Finora le abbiamo affrontate bene ma, ripeto, bisogna insistere e anzi pensare a crescere ancora.”

Un’altra sfida con una squadra che, sulla carta, ha qualcosa in più dell’Empoli?

“Ai nastri di partenza forse sì. Ma dopo la carta c’è il campo ed è sul campo che stiamo dimostrando e che l’Empoli deve dimostrare di essere una squadra forte.”