Pietro Pellegri ha esultato come l’attaccante dello Sporting Lisbona Viktor Gyökeres, in questo momento uno dei centravanti più forti e implacabili d’Europa.

Gyökeres festeggia i suoi gol incrociando le dita delle mani all’altezza della sua bocca, come a formare una protezione che deve limitare la sua voracità. Una sorta di museruola o, più precisamente, una maschera in stile Bane di Batman o ispirata all’immaginario dell’Hannibal Lecter interpretato da Anthony Hopkins nel film Il silenzio degli innocenti. Il giocatore svedese non ha mai spiegato nel dettaglio cosa significhi la sua esultanza, ma l’interpretazione migliore l’ha fornita il suo ex compagno di squadra Josh Eccles: “Penso che sia dovuta ad Hannibal Lecter. Lui mangia le persone, mentre Viktor mangia le difese”.

“L’esultanza? – ha detto Pellegri -. Ne avevo parlato nella chat di gruppo con Gyasi, in caso di gol avrei festeggiato così. Gyökeres in questo momento è uno degli attaccanti più forti in assoluto ed è quel bomber dal quale imparare tanto”.

Sulla gara Pellegri ha spiegato: “Il mister ha preparato bene la partita, a noi attaccanti chiede cose specifiche per aiutare la squadra anche in fase difensiva e l’intesa con Colombo è ottima perchè è un giocatore calcisticamente parlando molto intelligente. Sono felice di aver segnato, ora sto trovando quella continuità che mi è sempre mancata. Lo staff ha capito che ho bisogno di un occhio di riguardo e di una gestione precisa visto che faccio un po’ di fatica a recuperare. Ecco, questo è un mio difetto. Ad Empoli ho trovato un ambiente familiare e questo incide positivamente”.

L’attaccante dell’Empoli è stato anche protagonista di un siparietto niente male con la redazione di Sky, che lo ha intervistato dallo studio dopo la partita.

due domande, entrambe riferite ai vecchi infortuni di Pellegrini e alla seconda domanda il centravanti del Torino, in prestito a Empoli, ha risposto per le rime:

“Ok, avevo sedici anni, avevo fame e andavo troppo forte in allenamento tutti i giorni. E non ho retto. Anche questa cosa di parlare sempre dei miei infortuni. Io direi di metterci un punto esclamativo e basta … Perché comunque è passato, adesso sto bene. Anche questa volta! Tutte le volte che vengo a fare le interviste si parla sempre dei miei infortuni. Io direi basta, no?.

Non c’è da preoccuparsi, ragazzi, io sto bene! Quello è il passato …. cioè, se si guarda sempre al passato …. io sono abituato a pensare che il passato è passato e si guarda al presente”.