Eder Citadin Martins si è ritirato dal calcio.
Una grande coreografia lo ha salutato allo stadio del club in cui è cresciuto, il Criciuma.
Il viaggio calcistico dell’italo-brasiliano si chiude dove era iniziato, con la maglia del Criciuma riportato in alto nell’ultimo anno e mezzo: promozione in Serie A e due campionati catarinensi vinti.
Estádio Heriberto Hülser tutto per lui.
«Ho deciso così, di fermarmi alla fine del girone d’andata. I 38 anni si avvicinano, i dolori si fanno sentire e ho scelto di smettere ma ho dato tutto e se penso al film della mia carriera non sarebbe potuto essere migliore. È bello chiudere nel club in cui ho cominciato da ragazzino», dice Eder dal Brasile.
Il Criciuma è in una tranquilla posizione da metà classifica. Per la sua ultima ha giocato con una maglia speciale dedicata al suo asso, con il tricolore italiano sulle maniche. Eder appende le scarpe al chiodo.
Eder resterà nel club da dirigente. E potrà dedicarsi ancora di più al suo allevamento di cavalli, passione che ha sin da bambino.
Non vogliamo raccontare però la sua carriera in azzurro, prima sua squadra professionistica in Italia.
Ma il suo approdo a Empoli.
Cosa accadde in quei mesi.
Eder arrivò a Empoli nell’autunno 2005. Direttore sportivo Pino Vitale, che avallò, insieme al presidente Fabrizio Corsi, l’operazione orchestrata da Marcello Carli, allora responsabile del settore giovanile.
Eder arrivò un pomeriggio in cui l’Empoli si allenava sul campo esterno al Castellani, fra la tribuna centrale e le tensostrutture dell’Aramini.
Ma come andò quella trattativa.
Inizia tutto nel febbraio 2003, su un campo nello stato di Santa Caterina.
Gioca la Primavera del Criciuma, società che partecipa al campionato di serie B. Piove a dirotto, sotto la tribuna tre procuratori italiani ovvero Andrea Bagnoli, Eugenio Ascari e Emanuele Ricci, arrivati per vedere l’attaccante Douglas, classe 1986.
Ma il numero 7 del Criciuma è una furia, è Citadin Martins Eder.
Andrea Bagnoli, ex attaccante di Torres, Pontedera e Livorno, a fine partita si apposta dietro lo spogliatoio per fermare Eder.
“Andai a parlare con i genitori, spiegando che c’era la possibilità di un’esperienza da calciatore in Italia. Poche settimane dopo avevamo già un contratto pronto».
Corvino e il Lecce. Il primo interlocutore a cui si rivolgono Bagnoli, Ascari e Ricci è Pantaleo Corvino, allora ds del Lecce. Un video, una relazione ma soprattutto tante telefonate. Eder va in prova in Puglia. Poco dopo Corvino va alla Fiorentina dei Della Valle.
Ma i viola non possono tesserare come extracomunitario un ragazzino di 17 anni.
Dopo una serie di ricerche si scopre che Eder aveva un bisnonno di Treviso. Il signor Battista Righetto nato a Nove, paesino in Veneto.
Ecco che si inserisce Marcello Carli, ex compagno di squadra di Bagnoli nel Livorno.
Carli vola in Brasile e vede Eder in allenamento e in una partita, resta travolto e convince il presidente Corsi che stavolta si può fare uno sforzo. L’affare si chiude nel giro di pochi giorni. L’Empoli compra Eder pagando 550mila euro al Criciuma e fa firmare al ragazzo un contratto di 5 anni da 120mila euro a stagione, cifre alte per la società azzurra.
Ecco, più o meno, come è andata.
Uno dei giocatori più forti della storia dell’Empoli. Eder.