Davide Nicola in conferenza stampa


Molto carico, come sempre, Davide Nicola ha presentato la sfida contro il Torino in programma sabato 6 aprile al ‘Castellani – Computer Gross Arena’ alle 20.45.

“Sarà una partita molto importante, l’ho detto ai ragazzi e lo sanno. Ne mancano otto, ma noi ragioniamo sempre sulla singola. Io penso che la squadra stia facendo molto. Quello dell’attacco credo sia un falso problema: i numeri di questa squadra in queste dieci partite sono stati importanti, consideriamo che nelle ultime abbiamo trovato le migliori tre difese del campionato. Abbiamo comunque realizzato 11 gol in dieci gare, è chiaro arriviamo da 4 sconfitte, ma la prestazione paradossalmente è andata in crescendo”.


Sul Torino:
“Domani – prosegue Nicola – troveremo una squadra molto difficile, molto fisica, che mi pare abbia 15 clean sheet, che non subisce gol nella prima mezz’ora e che arriva da tre anni di grandissimo lavoro fatto da Juric. Noi in dieci partite stiamo dimostrando i numeri di una squadra che non è dove ci troviamo in classifica. Voglio che i ragazzi capiscano che tutto quello che otteniamo lo otteniamo in campo, domani dobbiamo giocare con una sana pazzia, una sana voglia di andare oltre certi concetti, non fare calcoli. È l’opportunità più ghiotta di dare credito a quanto fatto nelle ultime tre partite, quando abbiamo incontrato dei mostri e l’Empoli ha dimostrato di avere una identità. Noi abbiamo in testa un obiettivo che è pazzesco, sarebbe la prima volta nella storia dell’Empoli e in testa ho solo questo. Vivo per questo”.

Doppio centravanti scelta solo a gara in corso o anche dall’inizio?

“Tutto può essere fattibile, stiamo sperimentando diverse cose, mantenendo la nostra struttura di gioco che ci sta permettendo di impiegare più giocatori offensivi possibili. Io di settimana in settimana sperimento e capisco che i miei giocatori hanno la possibilità di occupare spazi diversi, senza snaturarne le caratteristiche. Con il nostro staff abbiamo fatto un lavoro incredibile, perché stiamo performando in maniera molto importante. Vuol dire che stiamo lavorando nella giusta direzione. Non si partiva dallo stesso livello di forma ed è chiaro che rispetto al Torino abbiamo avuto meno tempo di recupero, però abbiamo impostato la settimana ad hoc. Noi la dobbiamo costruire, come fanno tutte le squadre: la differenza la fa spesso e volentieri chi entra. E comunque, per rispondere in maniera specifica, abbiamo provato due assetti diversi”.

È rimasto nel cuore dei tifosi del Torino, per una stagione da giocatore in cui ha segnato un gol decisivo nei play off per salire in A e come allenatore salvandoli prima che arrivasse Juric:

“Io spero di rimanere nel cuore dei tifosi dell’Empoli e spero di vederli in massa domani, altrimenti li vado a prendere a casa uno a uno (sorride ndr). È importante che ci sia il loro contributo, è importante questa sinergia che si sta creando e che si può migliorare ancora. Noi dobbiamo dimostrare che viviamo solo per questo. Se mi parlate del gol promozione è paleolitico, neanche me lo ricordo più… Di sicuro ricordo che la struttura del Torino di oggi è partita anche da un lavoro fatto con soddisfazione, ma adesso mi interessa l’Empoli. Chi mi ha visto sia come giocatore che come allenatore sa che io mi immedesimo al massimo in quello che rappresento e in quello che faccio. Io voglio che l’Empoli giochi con lo spirito di andare oltre”.

La prestazione contro l’Inter è stata tra le più importanti dell’Empoli?

“Sono d’accordo, a questo possiamo aggiungere che abbiamo sempre performato, anche se magari non a livello di risultati. Ogni squadra ti porta a dover sviluppare il tuo gioco ma anche a doverti adattare l’avversario, il Torino non è l’Inter. Noi abbiamo sempre trovato gli avversari nello stesso livello di forma. Non è vero che è impossibile dimostrare che una prestazione che non porta il risultato sia comunque buona: si può fare con i numeri, ma non importa a nessuno. Importa il risultato. Io so quanto tempo dedichiamo al campo e so quanto ne vogliamo dedicare ancora: mi interessa che i ragazzi giochino con l’intenzione di fare una grande impresa. Chi riesce a giocare con una forma libera, convinto che quello che sta facendo sia la strada giusta abbia più possibilità di esprimersi”.