Questa stagione gli azzurri hanno raggiunto alcuni record, purtroppo negativi, e spesso con l’attacco come protagonista.
L’ultimo per ordine cronologico è quello di Nicolò Cambiaghi.
L’esterno monzese dell’Empoli fino ad oggi ha realizzato 61 tiri di cui solo 14 nello specchio della porta, non riuscendo mai a segnare, in quanto il gol di Salerno è formalmente un autogol di Zanoli.
Se andiamo però a vedere nel dettaglio le statistiche ci rendiamo conto di alcune peculiarità che spiegano in parte questo andamento.
In primo luogo Cambiaghi rispetto all’anno scorso ha tirato da posizioni molto decentrate o lontane dalla porta, con angolazioni di tiro poco favorevoli e con bassa pericolosità.
La stagione scorsa i suoi 6 gol sono scaturiti da posizioni molto centrali, in area e con un’alta pericolosità.
In secondo luogo i tiri sono stati 36 di cui 14 in porta (stesso dati ad oggi per la stagione 23/24). È quindi scesa l’incidenza dei tiri in porta sul totale dal 39% al 23%.
Infine, un altro dato che fa riflettere è la distanza media da cui ha tirato in porta: ovvero 18 metri, dato più alto anche per la media squadra dell’Empoli (17,2 metri).
Messi insieme questi dati ci fanno capire che, stante la qualità di Cambiaghi, non è solamente l’abilità del calciatore nel trasformare il tiro in gol, ma anche e come lo stesso arriva a tirare e quindi come lo sviluppo del gioco della squadra permette a Cambiaghi di trovarsi in condizioni più pericolose e favorevoli per segnare.
Il calciare da posizioni o condizioni sfavorevoli è un merito degli avversari che riescono a limitare il gioco della squadra, ma, allo stesso tempo, una poca capacità di riuscire a creare spazi, condizioni e occasioni più favorevoli per il gol.
Lunedì si Pasquetta, domani, gli azzurri sanno al Meazza di San Siro contro la prima della classe che ha ampiamente dimostrato di meritare il suo primato.
L’Inter è anche una macchina da gol efficientissima, basti pensare che riesce a convertire in gol il 41% dei tiri in porta che riesce a fare (148 su 439 tiri totali finora).
Punti deboli? L’Inter spesso tende a fare pressione con molti giocatori creando densità e riducendo gli spazi, inoltre spesso i “braccetti” del loro 3-5-2, come Bastoni, si buttano in avanti arrivando persino al cross.
Ciò comporta a volte il lasciare il difensore centrale esposto agli 1 contro 1 a meno che i “quinti” come Di Marco non restino dietro a coprire.
L’Empoli giocherà probabilmente ampi parti di gara sotto pressione stretta nella propria metà campo, ma con ripartenze ben organizzate potrà provare a sfruttare questi spazi con giocatori di gamba che creano profondità come Cancellieri e il digiuno, speriamo presto ex, di gol Cambiaghi.
Andrea Taddei*
*Economista, già docente universitario;si occupa di Football data Analysis come CEO di Winning Eleven Data