E adesso tutti sperano che si accenda la scintilla.
Che la passione, il coraggio, la grinta del nuovo allenatore contagi tutti.
Giocatori, prima di tutto, tifosi, città.
Davide Nicola è così. Ci mette anima, cuore, corpo nel suo modo di allenare.
Ce lo ricordiamo tutti a bordo campo. A Salerno come a Crotone.
Sicuramente sono le sue esperienze più iconiche.
Quelle che forse hanno convinto il presidente Corsi e il ds Accardi a chiamare proprio lui. Un pranzo sulla terrazza dell’Hotel Baglioni, in cerca di ispirazione dalla cupola del Brunelleschi.
I tre si sono parlati, i dirigenti azzurri, insieme al segretario Calisti, gli hanno presentato la situazione della squadra.
Nicola ha deciso insieme al suo procuratore. E’ della stessa scuderia di Vicario.


L’avventura di Crotone ce la ricordiamo bene a Empoli. Nel 2017 fece un recupero incredibile proprio ai danni dell’Empoli di Martusciello, sopra di oltre 10 punti.
Davide Nicola e il Crotone furono protagonisti di un’impresa che da tempo non si vedeva nella nostra serie A. Una squadra spacciata alla fine di marzo, salva all’ultima giornata. Un miracolo calcistico con pochi eguali. All’ultima giornata il sorpasso sugli azzurri sconfitti a Palermo da una squadra già retrocessa.

I calabresi che battono la Lazio e festeggiano.

Poi si è ripetuto nel 2022 con un altro strepitoso girone di ritorno con la Salernitana.

Il 15 febbraio 2022 ha preso il controllo della US Salernitana, che si trovava all’ultimo posto della classifica con 13 punti dopo 23 partite. Con 18 punti ottenuti in 15 partite, Nicola è riuscito a garantirne la permanenza nella categoria.


Coraggio, follia, ma c’è anche bisogno di crederci. A prescindere dalla rosa, a prescindere dagli infortuni.

E proprio dietro all’Empoli c’è oggi la Salernitana di Walter Sabatini e del presidente Iervolino, che due anni fa lo chiamarono e con cui esultarono insieme, salvo poi esonerarlo sei mesi dopo.

A Crotone Nicola arrivò in Calabria a fine marzo e debuttò il 1° aprile 2017 contro il Chievo. Subito vittoria. In due mesi un solo ko, contro la Juventus.

In quel finale di campionato Nicola dedicò la salvezza al figlio Alessandro, scomparso tragicamente nel 2014, e nelle settimane successive rispettò il voto fatto al suo arrivo a Crotone: andare in bici dallo Scida a Torino.