Stiven (a sinistra) e Cristian Shpendi


Ci sono strascichi giudiziari dopo l’aggressione del padre del giovatore del Cesena Cristian Shpendi, Liman (ma chiamato da tutti Alex), che ha tentato di aggredire, a partita finita, il portiere dell’Olbia allo stadio Manuzzi la scorsa domenica. Il questore di Forlì-Cesena Claudio Mastromattei ha disposto il Daspo per tre anni, così che non potrà seguire allo stadio sia Cristian che Stiven, quest’ultimo in forza all’Empoli.

Ma non solo. Alex Shpendi è stato denunciato per scavalcamento e invasione di campo e per percosse. Il pugno però non ha colpito il portiere Filippo Rinaldi al volto, ma solo al braccio perché un presente ha bloccato Shpendi mentre stava compiendo l’aggressione. Il motivo del gesto? Shpendi riteneva che Rinaldi fosse il responsabile di una contusione al figlio Cristian durante un intervento di gioco.

Alex Shpendi ha rilasciato anche delle dichiarazioni una volta uscito dal commissariato di polizia, chiamato a rispondere della denuncia: “Chiedo scusa a tutti a tutta Italia e al Cesena per il mio bruttissimo gesto. So di avere deluso tante persone. Ho visto mio figlio a terra sanguinante con l’altro giocatore che gli dà una botta da dietro pensando non si fosse fatto nulla. Come padre sono uscito fuori di testa, ma non ho colpito nessuno”. Lo riporta il Corriere dello Sport.

Le sorti del Cesena invece riguardano la possibilità di una squalifica del campo o un match a porte chiuse. Lo deciderà il giudice sportivo quest’oggi. Il presidente dei bianconeri Alessandro Marino ha affermato al Tg1: “Questo è un episodio che riporta indietro l’orologio del calcio italiano di decenni. Sembrano gli anni ottanta, quando si discuteva se eliminare o meno le barriere dagli impianti. Episodi come questo però sottolineano come il nostro calcio non sia pronto”.