Jacopo Fazzini in azione a Frosinone (empolifc.com)


Quella andata in scena lo scorso lunedì a Frosinone è stata l’ottava sconfitta stagionale su undici partite giocate dagli azzurri.

Dopo un avvio convinto e aggressivo con la traversa di Cancellieri prima (2’) e la clamorosa occasione di Gyasi (8’), la squadra ha via via subìto le giocate dei frusinati che soprattutto nel secondo tempo sono riusciti a creare buone e precise catene di passaggi, sfruttando sempre il possesso palla e avendo sempre una soluzione, sia sugli esterni dove gli azzurri hanno sofferto da un lato le incursioni Soulè e dall’altro il lavoro di Ibrahimovic con gli inserimenti di Marchizza, dall’altro con i tiri da fuori area del capitano Mazzitelli che ha preso un palo e una traversa.

Tutto questo è stato condito da una squadra sempre alta e in pressing con le mezz’ali in continuo lavoro (soprattutto Mazzitelli) e con attaccanti sempre pericolosi e precisi.

Ai due goal subiti (se non si conta quello annullato dopo l’infelice appoggio di Berisha a Ismajli) gli azzurri hanno reagito nel finale raggiungendo il pareggio prima con Caputo all’85’, vedendosi annullare il goal del pareggio un minuto dopo per fuorigioco e con l’ultima occasione capitata a Kovalenko al 96’.

I dati ci dicono che valore degli expected goals per l’Empoli è stato alto ovvero 1,87: gli azzurri per le occasioni avute avrebbero potuto segnare un altro goal in virtù di grandi occasioni difficili da sbagliare come quella di Kovalenko e, soprattutto, quella di Gyasi.

Viceversa, il Frosinone è riuscito a realizzare delle reti con probabilità più basse di segnatura (0,87).

In un precedente articolo avevamo spiegato le possibili motivazioni del basso numero di goal dell’Empoli; tuttavia al di là della poca precisione dei tiri (il goal in fuori gioco di Caputo nasce dal tiro sbagliato da Cambiaghi che colpisce male la palla assist di Kovalenko), l’attenzione va posta ai passaggi e in che modo vengono fatti.

Legenda: il cerchio rappresenta l’occasione misurata dagli expected goals: più grande è il cerchio più grande è l’occasione da goal. Le stelle rappresentano i goal segnati.La precisione dei passaggi brevi (tra i 4 e i 12 metri) del Frosinone è stata del 91%, contro l’82% dell’Empoli.

Jacopo Fazzini ha avuto una precisione dei passaggi totali del 44,4%, valore molto basso per un centrocampista soprattutto se si considera che i valori di Mazzitelli, Berrenechea e Reiner vanno dal 79 al 90%.

I passaggi lunghi (oltre i 25 metri) continuano ad essere poco precisi (40%) per gli azzurri, mentre quelli del Frosinone, con una percentuale più alta di precisione) hanno permesso spesso di cambiare lato velocemente trovando la spinta di Marchizza o la velocità di Soulè.

Infine, vale la pena soffermarsi sull’indicatore del PPDA ovvero dei passaggi concessi per azione difensiva, ovvero la capacità degli avversari di concludere passaggi nella metà campo di chi difende considerando le azioni difensive (contrasti, falli ecc.).

Sostanzialmente lo potremmo considerare come la misura del pressing offensivo.

Qui l’Empoli ha concesso molto nella gara; ciò è confermato dal fatto sono stati ben 10 i passaggi “puliti” del Frosinone all’interno degli ultimi 18 metri dalla porta azzurra contro i 4 dell’Empoli.
In conclusione, la sintesi che riassume le difficoltà dell’Empoli sta nel labiale di Ciccio Caputo appena realizzato il gol del 2 a 1 dove dice “un cross!” sottolineando la scarsità di palle che gli sono arrivate in area.

L’Empoli continua a riuscire raramente ad arrivare palla al piede in prossimità dell’area avversaria o a dialogare velocemente in attacco, lasciando che i rivali si organizzino e si chiudano rendendo difficile la creazione di nuove soluzioni d’attacco.

Tutto questo mentre siamo alla vigilia di un match come quello di Napoli che, già difficile di per sé, rischia di diventare impossibile senza un grande cuore e grande cattiveria e corsa.

Andrea Taddei*

*Economista, già docente universitario; si occupa di Football data Analysis come CEO di Winning Eleven Data.