L'Empoli nel derby con la Fiorentina di lunedì 23 ottobre 2023 (foto empolifc.com)


Quella di lunedì è stata una partita che, stando ai numeri, l’Empoli ha meritato di vincere e il cui esito, con il passare dei minuti, non è mai stato messo in dubbio.

Se guardiamo alle statistiche di base che DAZN mette in onda a fine match come ad esempio il possesso palla e i tiri effettuati, ad un normale spettatore sembrerebbe che la Fiorentina avesse dominato la gara e che, per suo demerito o per la poca “attenzione” avesse subìto una sconfitta evitabile contro una piccola del campionato.

Altre statistiche più complesse e l’andamento del match raccontano un’altra storia.
In primo luogo c’è da notare come la Fiorentina non sia stata abbagliata dalla posizione in classifica, da un’ottima striscia positiva di risultati o dal Viola Park come è stato detto: la squadra ha semplicemente trovato davanti un avversario che è riuscito, o comunque ha sempre tentato, di limitarla in tutti i suoi sviluppi di gioco, preparando la partita in modo esemplare e con grande attenzione ai dettagli.


Questo merito va al Mister Andreazzoli e poi ai giocatori che hanno lottato dal primo all’ultimo minuto con un atteggiamento di sfida, sacrificio e grande lucidità: a differenza dei passati match sapevano esattamente cosa fare e come farlo.


Cambiaghi e Cancellieri hanno arginato benissimo gli esterni viola senza darli un attimo di respiro, consumando le scarpe avanti e indietro le fasce e continuando a coprire e spingere in ripartenza finché hanno potuto.

Caputo ha lottato come un leone ed è sempre stato pericoloso. Il suo rendimento con un gol valido e uno annullato ha sovraperformato il valore dei suoi Expected Goals (xG) che è stato di 0,4. Il suo ritorno al goal è stato meritatissimo anche dopo un periodo familiare non facile.

Luperto continua a dimostrarsi un difensore e capitano di grande valore che non ha niente da invidiare a centrali più blasonati, mentre Walukiewicz cresce di partita in partita e fa vedere delle interessanti doti di verticalizzazione che sono tra l’altro valse l’innesco dell’azione del primo goal con una bellissima palla filtrante per Grassi che poi ha fatto l’assist per Caputo.

Marin, Grassi e soprattutto Maleh hanno neutralizzato le fonti di gioco viola quali Arthur, Duncan (non pervenuti) e Bonaventura, con grande sacrificio e “mordendo” per tutta la partita. Ebuhei e Cacace hanno svolto un buon lavoro a volte anche proponendosi in fase offensiva, infine Berisha, arrivato nel silenzio e all’ultimo momento per l’infortunio di Caprile, ha fatto capire a tutti di che pasta è fatto con ottime parate e coraggiose uscite, trasmettendo calma e fiducia ai compagni.


Dal lato Fiorentina non si è visto svogliatezza o sottostima dell’avversario, quanto incapacità di trovare soluzioni differenti a quelle che Italiano insiste a ripetere con insistenza e che, se da un lato possono essere un “marchio di fabbrica” dall’altro si trasformano in inutile ostinazione, specie se la squadra che affronti è “operaia”, sa chiudere esterni e fonti di gioco e ripartire bene con transizioni offensive veloci e ben organizzate.


Il fatto che la pericolosità dell’Empoli sia stata superiore a quella viola ce lo dicono gli expected goals per minuto di gioco.

Guardando invece agli expected points ovvero i punti in classifica rispetto a quelli che sono stati gli expected goals di ogni partita, si vede come l’Empoli se avesse sfruttato al meglio la sua pericolosità sarebbe sedicesimo con due punti in più, mentre la Fiorentina dimostra di avere sempre sovraperformato questo indice, sfruttando invece al massimo le occasioni avute: i suoi expected points sarebbero 12 e la collocherebbero 5 punti in meno degli attuali in 11esima posizione insieme alla Lazio.


In conclusione, quello che questa partita ci rende è una squadra che sta cambiando atteggiamento, più tranquilla ma anche più coraggiosa e che sta digerendo sempre più ciò che vuole il Mister. Questo non significa che la strada sarà in discesa ma è probabile che i tifosi empolesi, abituati a vedere un gioco propositivo e coraggioso e le maglie sudate, non usciranno dallo stadio scontenti a prescindere dal risultato.

Andrea Taddei*
*Economista, già docente universitario;

si occupa di Football data Analysis come CEO di Winning Eleven Data.