Allenamento dell'Empoli FC allo stadio Carlo Castellani


Del campionato disputato fin qui dall’Empoli si può dire di tutto tranne che sia stato privo di emozioni, positive o negative che siano. In poco più di un mese gli azzurri hanno visto un cammino costellato all’inizio di cinque sconfitte, la più pesante delle quali è costata la panchina a Mister Paolo Zanetti; il ritorno di Mister Aurelio Andreazzoli e, dopo aver visto un po’ di luce in fondo al tunnel contro l’Inter, si è giunti alla vittoria con la Salernitana e si è di nuovo passati per una sconfitta, stavolta per mano del Bologna.Proviamo ad analizzare il tutto con qualche dato.

Tra i vari indicatori utilizzabili, gli Expected Goals (xG) rappresentano la probabilità che una certa azione di gioco offensiva, stante un alto numero di variabili e informazioni (distanza, posizione, angolo di tiro, tipo di impatto con il pallone, presenza avversari ecc.), si trasformi in un goal. In un certo senso ci dice quanti goal avremmo dovuto segnare se avessimo sfruttato una certa azione con un certo grado di “pericolosità”.

Guardando alle sette partite disputate dagli azzurri e raffrontando i risultati con gli xG, si nota come all’esordio con il Verona l’Empoli abbia raccolto meno di quanto seminato, sebbene il valore delle azioni offensive create non avrebbe pienamente giustificato un goal.

Allo stesso tempo il Verona se ne è andato da Empoli con un bottino ben più alto dei pericoli creati.

Con il Monza gli azzurri avrebbero potuto capitalizzare di più: il valore di 1,14 degli xG riflette il fatto che almeno un goal sarebbe stato probabile, stante le occasioni di inizio secondo tempo e, soprattutto, quella di Piccoli nei minuti di recupero.

Il match con la Juve mostra invece dei valori che rispecchiano una potenziale vittoria per 3 a 0 a fronte di una bassa pericolosità azzurra. Il dato più interessante è però quello del match con la Roma: rispetto alla probabilità di fare goal delle azioni create dai giallorossi, il risultato avrebbe potuto essere un 3 a 0. Se, da un lato, poco c’è da dire sulla sterilità offensiva degli uomini di Zanetti, dall’altro si può molto discutere sulle sette reti maturate.

Il fatto che ci sia stato un divario così grande tra i goal fatti e quelli attesi può essere spiegato, a grandi linee, in due modi: o la squadra di José Mourinho è riuscita a realizzare reti da situazioni dove mediamente è poco probabile segnare e, quindi, i giocatori giallorossi hanno sovraperformato, oppure queste basse probabilità sono state rese più alte da un avversario poco capace in quelle occasioni di opporsi a conclusioni che spesso non si convertono in goal.Altri aspetti rilevanti emergono dal match con la Salernitana.

Qui invece sono stati gli azzurri a sottoperformare le potenzialità di goal create dalle azioni offensive: almeno un goal in più sarebbe stato plausibile secondo i dati.

La conferma di un Empoli “sprecone” è molto facile da ritrovare nelle varie occasioni da goal fallite dalla squadra di Andreazzoli.

Col Bologna, infine, nonostante si siano visti dei progressi dal lato del gioco e della proposizione e con un super Orsolini in campo, le reti dei felsinei sembrano essere giustificate dalla realizzazione di situazioni effettivamente molto propizie per il goal, mentre gli azzurri, per quanto mostrato, avrebbero potuto raccogliere almeno una segnatura.

Può essere utile capire a questo punto se e quanto i moduli di gioco adottati fin qui abbiano permesso o limitato la realizzazione o il subire goal.

Il 4-2-3-1 impostato da Mister Zanetti per 194 minuti di gioco ha portato a 28 tiri effettuati (Sh) e 30 tiri contro (ShA), 0 goal realizzati (G) e 3 goal subiti (GA).

Il modello statistico di xG ci dice che con questo modulo si sarebbero potuti raccogliere, in base a quanto creato, 2 goal (xG) e subiti comunque 3 (xGA). Il 4-3-3, sempre di Zanetti, è stato usato per 190 minuti, creando 15 tiri per l’Empoli, 33 per gli avversari e fruttando 0 goal per gli azzurri e 9 goal per gli avversari.

Paradossalmente, questo è il modulo che secondo gli xG sarebbe stato il più sterile da un punto di vista di occasioni da goal e quello più vulnerabile, sebbene dei 9 goal subiti se ne giustifichino circa 7.

Il 4-3-2-1 di Andreazzoli usato per 191 minuti ha prodotto 20 tiri a favore, 37 contro, portando a 1 goal realizzato e 1 goal subito. Per gli xG questo sarebbe il modulo dei tre con il valore più alto in termini di goal potenzialmente realizzati (circa 3) e il migliore per i goal subiti, anche se si sarebbero previsti 2 goal subiti invece che 1.

Infine, il 4-3-1-2 sempre di Andreazzoli utilizzato nei 97 minuti di Bologna ha fruttato 12 tiri da parte dell’Empoli, 21 per gli avversari; potenzialmente il gioco scaturente da questo modulo avrebbe dovuto fruttare un goal, mentre potenzialmente subirne oltre 3.Sebbene questi dati siano solo una piccola parte delle analisi che possono essere svolte e le considerazioni fatte si limitino ad analisi generali, quanto detto fornisce una chiave di lettura sicuramente diversa dal solito, ma che spesso fornisce spunti diversi da quanto visibile sul campo.

Andrea Taddei*

*Economista, già docente universitario; si occupa di Football data Analysis come CEO di Winning Eleven Data.