Paolo Zanetti (foto empolifc.com)


Chi vuole bene all’Empoli, chi tiene a questa squadra deve ascoltare la conferenza stampa – tutta – di Paolo Zanetti di oggi, sabato 2 settembre, alla vigilia della gara contro la Juventus al ‘Carlo Castellani – Computer Gross Arena’.

Il tecnico arriva da due sconfitte consecutive con la sua squadra, in particolare quella col Monza non gli è piaciuta. Attegiamento sbagliato in campo da parte dei suoi, poco gruppo visto nei momenti di difficoltà. Insomma, già in settimana è stato chiaro con la sua squadra.

Ma crediamo che oggi in sala stampa abbia espresso concetti importanti, base, fondamentali per tutto il campionato, mettendo in chiaro parole rivolte al gruppo, ai giocatori, e anche ai tifosi, quando si è parlato di mercato.

Insomma una conferenza stampa? No, ‘La conferenza stampa’ di Zanetti.

Un bignami di quella che è la sua filosofia da allenatore dell’Empoli.

Sul dopo Monza e sulla settimana

“La preoccupazione mi viene quando non vedo in campo una squadra. Noi siamo all’inizio, abbiamo perso alcuni punti di riferimento all’interno del gruppo. Questi vanno ricostruiti, trovati in altre persone. In campo ho visto una squadra che non ha lottato come voglio io, come ho sempre trasmesso e come voglio io. La cosa che ho chiesto è la predisposizione a creare una certa mentalità. Sono giocatori forti quelli che sono arrivati, ci aiuteranno. Hanno avuto bisogno di un periodo di assestamento e la cosa più importante è che si devono fortificare le relazioni tra di loro. Il gruppo c’è, ma si deve amalgamare. Ci vorrà tempo per farlo, poi ciò ci servirà a sopperire le difficoltà. Questo è il centro del problema, secondo me, e non deve più succedere. Se fosse successo a dicembre o gennaio sarei stato tuttavia più preoccupato”.

Cambio di modulo
“Torneremo con un centrocampo a tre, perché la squadra in questo momento lo necessita. Le difficoltà per noi sono arrivate subito ed è qui che un gruppo si cementa se ha voglia di farlo. Parlando coi ragazzi c’è questa voglia, per cui sono più sereno. Ho una squadra omogenea, potendo fare scelte non obbligate. Farò di tutto per creare qualcosa di importante, capisco la diffidenza e il pessimismo ma noi il pessimismo non ce lo abbiamo. Il sostegno ce lo dobbiamo meritare e si creerà a quel punto la cosa che si è creata l’anno scorso tra noi e i tifosi”.

Commento al mercato

“Che il mercato sia finito sono contento 10. Noi paghiamo il fatto che il mercato finisca con due partite fatte, già domani avremo una squadra che ha fatto solo due allenamenti insieme. Sono contento dei giocatori arrivati, io penso che il progetto fosse quello di andare sulla falsariga dello scorso anno, abbiamo preso dei centrocampisti di corsa. Sono arrivati Maleh e Bastoni, oltre ad aver recuperato Fazzini. Abbiamo la possibilità di schierarci come vogliamo, con questi giocatori vogliamo dei leader mantenendo le caratteristiche dello scorso anno. Bastoni è duttile ma lo vedo principalmente mezzala, ha un ottimo piede; Maleh lo conosco, ha giocato bene con me a Venezia e anche a Firenze, ha molte motivazioni. Il mercato è finito, si parte, e ora cerchiamo di far vedere a tutti chi siamo e chi vogliamo essere” .

La gara con la Juventus
“Non è vero che non abbiamo nulla da perdere e che non possiamo batterla. Sono d’accordo che sia difficile, ma già l’anno scorso abbiamo fatto qualcosa di importante. Se si parte già sconfitti prestiamo subito il fianco, anche questo fa parte della mentalità che vogliamo ricreare. Per noi è un’occasione per dimostrare qualcosa di diverso, contro un avversario forte e che ci mette alla prova. Va affrontata al massimo delle nostre capacità, con la spavalderia di poterla anche battere, ma con più umiltà rispetto all’ultima partita”.

Il ricorda del clamoroso 4-1 di tre mesi fa
“Conta perché è storia, lo abbiamo fatto noi. Ogni partita è a sé, ma è un esempio. All’andata ne abbiamo presi 4, al ritorno ne abbiamo fatti altrettanti. Questo è un esempio di come le cose si possano fare. Noi abbiamo già dimostrato, per chi c’era l’anno scorso, che tutto può accadere. L’importante è andare in campo con una certa base mentale. Ci è mancata finora quella parte lì, quelle fondamenta che non avevo visto. Adesso pretendo continuità, possiamo perdere ma dipende come”.

Per un Piccoli che va un Destro che torna. I tifosi hanno bisogno di capire
“Parto da un altro concetto. Certi tipi di giocatori, che probabilmente si aspetta, non sono nelle nostre tasche. Mattia è un giocatore che ha 98 gol in A, è un uomo meraviglioso, che ha deciso di venire qui a provare a riprendersi tutti, consapevole del giudizio. L’anno scorso non è giudicabile perché è stato fuori cinque mesi. Se Destro sta bene, insieme a Caputo, può dare tanto: abbiamo 200 gol di storia tra loro due, io spero che Destro stia bene e che sia il giocatore che tutti conosciamo. Poi c’è Shpendi, che è un giovane su cui puntiamo molto e che deve esplodere. Con questa filosofia l’Empoli si è sempre salvato, sempre l’avrà. Dobbiamo considerare che è arrivato anche Cambiaghi, che abbiamo Cancellieri e che abbiamo tenuto Baldanzi. Tenere Baldanzi rinunciando a offerte importanti è stato un grosso sacrificio della società. Il centro è che Destro quest’anno stia bene. Ha perso cinque-sei chili, è stato rivoltato come un calzino prima di essere preso. Ha tantissime motivazioni, vuole dimostrare a se stesso e a noi che è ancora un giocatore importante. Io ne sono l’esempio: l’Empoli mi ha preso da esonerato, abbiamo lavorato insieme e siamo riusciti nell’intento. La mia mentalità è tornare su, voglio che i miei giocatori facciano questo. Destro deve spingere per far passare i tifosi dal pessimismo all’ottimismo. Tutti in campo devono sapere che si va lì dentro e dobbiamo morire per questa maglia”.