(foto Empoli Fc)


Quando si tocca il fondo, si può solo risalire. E per risalire la parola d’ordine è una sola: fiducia. L’Empoli ha giocato un quarto d’ora da incubo al Mapei Stadium, adesso è in ritiro e sente il fiato del Verona a meno cinque. C’è chi parla di un revival della retrocessione con Martusciello, chi vede solamente nero. Non c’è niente da dire: il momento degli azzurri induce al pessimismo anche il più ottimista. Ma non è finita e adesso l’Empoli deve ripartire da quei quindici minuti tremendi di Reggio Emilia pensando anche ai precedenti settantacinque-ottanta, quando ha messo in difficoltà una delle squadre più interessanti e più dure da affrontare della Serie A. Paolo Zanetti è giovane ma ne ha viste tante, da tecnico e da giocatore. Può aver commesso i suoi errori, ma è la persona giusta per tirar fuori l’Empoli dalla situazione in cui si trova adesso.

Bisogna avere fiducia, andare allo stadio e far sentire che l’ambiente Empoli sta con l’Empoli. Nelle difficoltà è facile arrabbiarsi, usare parole dure e parlare di pancia. Ora però non è ammissibile. Passata la scoppola di Sassuolo, ottenuti quattro punti in due mesi, c’è da cambiare rotta. Il calendario non mette di fronte degli Everest, sulla carta sembrano più dei Montalbano o dei Monte Serra, ma senza l’attrezzatura necessaria e senza allenamento non si scalano nemmeno quelle montagne. È giusto far sentire il proprio disappunto, ma bisogna rimanere lucidi e pensare alla salvezza, che è tutt’altro che fuori portata.

Ci sono stati degli errori. Col Sassuolo la squadra ha retto poco mentalmente e tatticamente. Si è allungata e sfilacciata quando doveva tenere palla e puntare sul palleggio; è andata in confusione quando doveva gestire il risultato; ha staccato la spina dell’attenzione sull’ultimo sanguinoso pallone. Non è giusto trovare un colpevole solamente e non è normale parlare di colpevoli, quelle parole lasciamole a altri ambiti. Adesso l’Empoli deve ricompattarsi e il ritiro – una novità per gli azzurri, per quanto non sia propriamente punitivo – serve a raddrizzare il percorso. Trentadue punti non sono pochi, il fatto che sotto rimangano Spezia e Lecce oltre al Verona può essere un fattore d’aiuto. Serve un cambio di passo e Zanetti coi giocatori e lo staff tecnico/dirigenziale ci sta lavorando. Serve soprattutto fiducia, perché se si sfalda l’ambiente è finita. È nel momento più duro che deve venir fuori l’apporto più grande.