(foto Empoli Fc)


Su ventitré gol segnati dall’Empoli in questa stagione in Serie A, sei sono arrivati da fuori area. In pratica, un gol su quattro dell’Empoli di Paolo Zanetti arriva da fuori. È un bene? È un male? Le chiavi di lettura sono diverse, ma sta di fatto che il numero di reti da lontano è importante, specie se si considera che solo una di queste sei è arrivata da fermo.

Guardando il bicchiere mezzo vuoto sei gol su ventitré sono quasi ‘troppi’. È bene spiegarsi. Ben vengano i gol in qualunque modo, ma l’Empoli ha dimostrato di essere una squadra che palleggia tanto e spesso punta a arrivare in porta dopo fraseggi ben congegnati. I gol all’attivo quest’anno non sono tantissimi: se quasi il 25% delle marcature arriva con tiri dalla distanza e in quasi tutti i casi – eccetto Marin col Torino – si tratta di azioni personali o estemporanee, evidentemente in fase offensiva c’è da fare qualche passettino in avanti. Va detto però che con Caputo l’attacco è cambiato ed è meno sterile rispetto ai primi mesi.

Passiamo al bicchiere mezzo pieno: le legnate da lontano sono un’arma in più- Il primo a segnare da fuori è stato Parisi a Lecce, poi è stata la volta di Baldanzi contro il Verona, a seguire Lammers a Salerno, Bajrami (su punizione) contro il Milan e le due realizzazioni di Marin: la botta a Roma contro la Lazio, il fendente in casa col Torino all’incrocio dei pali. Non sono pochi sei gol da lontano, per niente. È senza ombra di dubbio un fattore da sfruttare per la squadra di Zanetti che ha a disposizione gente capace di calciare da tutte le posizioni. Baldanzi e Marin hanno già dato prova del loro talento, ma anche Akpa Akpro e Bandinelli hanno mostrato in carriera di avere tra i loro pregi la ‘susta’, come la chiamano a Empoli.

Gianmarco Lotti