(foto Empoli FC Official)


Leo Stulac a Cagliari ha segnato su una seconda palla. Corner da destra, la difesa prova a respingere, la palla arriva allo sloveno che calcia forte e la mette dentro. Non è una vera e propria respinta, perché Stulac si crea da solo l’occasione di segnare, ma rimane – a voler essere pignoli – l’unico gol dell’Empoli in queste dodici giornate a non essere frutto di un’azione studiata. Si può dire tranquillamente che i diciotto gol dell’Empoli sono stati tutti ‘studiati’ e niente è nato dal caso.

Qualcuno obietterà riguardo gli autogol di Bonifazi (Bologna) e Strandberg (Salernitana), ma lì sono stati tocchi sfortunati arrivati comunque al termine di manovre importanti dell’Empoli, in cui le azioni si erano sviluppate con più di due passaggi tra almeno due giocatori. Qualcun altro obietterà riguardo i rigori, eppure le azioni che portano ai penalty sono quanto di più orchestrato esista: la verticalizzazione per Henderson col Venezia, lo sviluppo a sinistra col Bologna, il contropiede con la Salernitana e la ragnatela di passaggi col Sassuolo.

Andando a vedere i gol su azione, l’unico che si può considerare tap-in è quello di Mancuso contro la Juventus. Rivedendolo, ci si accorge che arriva alla fine di uno scambio importante tra Bajrami e Bandinelli, anche lì un’azione manovrata che ‘premia’ Mancuso in mezzo all’area. Di sicuro è un pregio quello dell’Empoli di riuscire a creare sempre palle gol nitide e di qualità, è ancora presto per capire se la mancanza di gol ‘sporchi’ è un difetto: per ora ci si può godere una fase offensiva che funziona.

Gianmarco Lotti