(foto Empoli Fc Official)


La Spagna lo ha insegnato, i giovani vanno fatti giocare. Il Bayern non ha paura a mettere in campo in Champions League il 2004 Musiala, il Barcellona (e le Furie Rosse) lo stesso con Gavi, ma all’estero sono molti gli esempi positivi. In Italia c’è chi ha il coraggio di lanciare i ragazzini: sembra di ripetere lo stesso ritornello da anni, ma quel club è l’Empoli.

Mattia Viti ha 19 anni e in confronto a Gavi è già maturo. Però Andreazzoli lo ha lanciato nella mischia, lo ha confermato anche nella trasferta di Roma e lo metterà ancora. Perché bisogna fare così: credere nei giovani e non tirarli fuori alla prima difficoltà. Si può dire una cosa simile per Samuele Ricci, che sta per compiere venti anni e c’è chi si chiede – non a Empoli, ovviamente – se può tenere in Serie A: la risposta è un sì convinto, ciò che manca è la volontà di dare fiducia a questi ragazzi.

Per non parlare di Asllani e di altri che giocheranno in prima squadra, si spera il prima possibile, come Ekong o Baldanzi, gente già pronta per fare il grande salto. Ma, come detto, l’Empoli è una specie di mosca bianca. Quando ciò che fanno gli azzurri sarà la normalità, allora anche il sistema calcistico italiano (e, va da sé, la nazionale) ne beneficerà. I giovani vanno lanciati, specie quelli bravi. L’esperienza si fa giocando, a Empoli lo insegnano da anni. Poi non stupiamoci se Pino, Gavi, Ferran Torres e Gil ci battono e continueranno a batterci.

Gianmarco Lotti