(foto Empoli Fc Official)


Vicario, Stojanovic, Ismajli, Luperto, Marchizza. Magari non sarà mandata a memoria dalle generazioni future, ma questa linea difensiva ha giocato un partitone in una delle vittorie più belle della storia dell‘Empoli. Gli azzurri hanno giocato da squadra, difendendosi e attaccando in gruppo. Non sono stati troppo sollecitati, questo è vero, ma la fase difensiva sia del pacchetto arretrato che dei compagni è stata lodevole. Se in casa Juventus si è capito che un singolo può fare la differenza, per l’Empoli è accaduto il contrario: uniti ‘si può fare’, come dice Andreazzoli.

Su tutti Vicario e Luperto hanno disputato un match mostruoso. I pochi tiri in porta della Juventus, perlopiù di Chiesa, hanno trovato attentissimo il portiere. Dopo la serata no con la Lazio, Vicario ha fatto due-tre parate da vedere e rivedere, specie quella all’angolino su tiro di Chiesa da lontano: un prodigio, non c’è altro da aggiungere. Ha dato sicurezza al reparto, sbagliando solo qualche rilancio. Un punto a suo favore arriva dalle uscite, sempre precise e incoraggianti.

Benissimo anche Stojanovic, Ismajli e Marchizza, oltre ai giocatori che in fase di ripiegamento sono tornati a coprire. Ma Luperto forse si guadagna mezzo voto in più per tre momenti precisi: l’anticipo su Dybala sulla trequarti bianconera prima del tiro di Cutrone nel primo tempo, un altro anticipo in area a fine gara e la prodezza in scivolata su Dybala nella ripresa quando la Joya stava per battere a rete. In mezzo tante belle giocate e forse un fallo da rigore, su cui però il Var ha sorvolato.

Tanti svarioni con la Lazio, tanta attenzione con la Juventus. Qual è la vera difesa dell’Empoli? La verità sta nel mezzo, come spesso accade. Se sabato scorso gli errori erano stati troppi, allo Stadium si è vista una prestazione complessiva da scrivere nei libri di storia. E ora con Tonelli si apre un’altra pagina, chissà come riuscirà a inserirlo Andreazzoli. Già, lo stesso Andreazzoli il cui primo Empoli era piuttosto sbarazzino dietro: ieri è stato granitico e l’impressione è che con questa umiltà si possa continuare a far bene.

Gianmarco Lotti