(foto Empoli Fc)


Il più grande merito di questo Empoli è stato restituire allegria. Magari non tutti i risultati hanno portato felicità a tifosi e tifose – tipo la recente sconfitta a Ascoli – ma ancora una volta il calcio ha avuto il potere di distoglierci dai pensieri brutti. Il Coronavirus ha confinato le persone in casa, senza la possibilità di andare allo stadio, quindi senza poter tifare l’Empoli da vicino. In mesi segnati da lutti e cattive notizie, l’Empoli è riuscito a far sbocciare un sorriso sulle facce di tutti e tutte.

Non è retorica, è pura e semplice verità. Chi, contro il Pordenone, non ha esultato di gioia dimenticandosi di tutto? Chi, al fischio finale di Vicenza, non è saltato in piedi e si è messo a urlare? Chi è che, guardando questa splendida squadra, non è riuscito a isolarsi almeno per novanta minuti? E cosa possono essere novanta minuti di allegria, o almeno di qualcosa di diverso, in mezzo a quindici mesi di tristezza?

Nel calcio la gratitudine non esiste – e non è che in altri ambiti sia padrona, anzi. Però un giorno dovremo guardare a questo Empoli e ricordarci che, quando fuori le belle notizie si contavano sulle dita di una mano, gli azzurri ci hanno dato gioia. Ok i problemi sono altri, il calcio è solo un gioco, e bla bla bla. Per una volta però, chi ha messo passione ha ricevuto passione in cambio: dal primo all’ultimo i calciatori, lo staff, la dirigenza, si sono impegnati anche per far passare una stagione senza ulteriori brutture a chi sostiene l’Empoli.

Non dimentichiamoci di chi, in mezzo a tutto questo, ci ha regalato più di un pomeriggio col cuore ricolmo di felicità. Grazie Empoli.

Gianmarco Lotti