(foto Empoli Fc Official)


Epifania tutte le feste si porta via. Si apre la calza della Befana e si trovano i dolci o il carbone, dipende da come ci si è comportati. Nella calza dell’Empoli cosa c’è? Più dolci che carbone, almeno se ci si concentra sull’annata 2020-21, perché se si sposta lo sguardo a tutto il 2020 allora la quantità di carbone aumenta. Ma soffermiamoci sull’Empoli targato Alessio Dionisi, che ha chiuso una prima tranche di stagione al primo posto in solitaria in Serie B: tre punti sulla Salernitana e una sola sconfitta in quindici partite.

Un po’ di carbone c’è, ma è quasi quel carbone dolce che i genitori mettono nelle calze dei bambini a rimproverarli bonariamente. Cosa è andato male all’Empoli 2020-21? In generale niente: si può recriminare per la sconfitta di Venezia, ma è maturata in condizioni particolari; ci si può fasciare la testa per i troppi infortuni, ma è vero anche che c’è chi sta messo molto peggio; si può parlare di qualche periodo di forma non eccelso di alcuni singoli, ma sarebbe ingeneroso. Se si guarda più da vicino, il carbone spetta ai primi tempi: troppo spesso l’Empoli è entrato in campo senza la concentrazione giusta (due esempi, Ascoli e Entella) e ha dovuto accelerare nella ripresa per riacciuffare la gara. Nel mirino qualche disattenzione difensiva – non per forza della difesa – che ogni tanto ha fatto tremare. Più che altro il team azzurro subisce pochi tiri, ma in relazione prende troppi gol. Ma, nel complesso, bisogna proprio essere dei nichilisti per vedere qualcosa di brutto in questo Empoli.

Per i dolci non basterebbe un carrello da ristorante stellato. Il più importante però riguarda la squadra ed è simboleggiato dal cerchio che i calciatori fanno alla fine di ogni partita. L’Empoli è un gruppo, ha uno spogliatoio sano e ha calciatori affamati. Non avrà una rosa supersonica, ma è giovane e ha carattere. In più, gioca bene. Meglio nella prima parte di stagione che nell’ultimo periodo con partite ogni tre giorni, ma la stanchezza lì si è fatta sentire. Partite come col Pisa o col Brescia sono da incorniciare sia per la qualità di calcio sia per il cinismo, ma le molte rimonte hanno mostrato che l’Empoli mentalmente non è più fragile. E quindi il dolce più grande va a colui che sta cambiando forse anche la filosofia di questa squadra: Alessio Dionisi. Non più belli a tutti i costi, ma belli e spietati. L’amiatino è la persona giusta nel posto giusto al momento giusto. A prescindere da come andrà questa stagione, ha preso un gruppo martoriato dal deludente 2019-20 e lo ha portato lassù alla fine dell’anno del Centenario. Ma ora basta elogi, che i dolci alla lunga possono risultare stucchevoli.

Gianmarco Lotti