Prima Stefano Moreo, poi Andrea La Mantia e Leonardo Mancuso. In seguito anche Nedim Bajrami, Ryder Matos e Marco Olivieri. L’Empoli ha schierato sei attaccanti (o comunque giocatori offensivi) e hanno già segnato almeno un gol tutti e sei i calciatori. Non è una statistica da buttar via dato che siamo solo alla settima giornata e questo dato conta tantissimo sia a livello di gioco che mentale. Se poi si aggiunge che anche Merola, ora all’Arezzo, ha segnato nell’unico match disputato allora i numeri si fanno ricchi.
La statistica è utile a livello di gioco perché dà l’idea di come l’attacco dell’Empoli di mister Dionisi giri e abbia le idee chiare. Cambiano gli interpreti, ma non i meccanismi. Certo, Matos può contare sulla velocità, La Mantia sulla forza e Moreo sulla tecnica – giusto per citarne tre -, ma è l’attacco nel complesso a fare bene. Esclusa la stecca di Venezia, l’orchestra di Dionisi non ha mai stonato. Con la Reggina Matos ha segnato all’esordio dall’inizio e anche Olivieri, in panchina forse a sorpresa, è entrato e l’ha messa dentro. Una scossa importante, un segnale di abbondanza.
Dodici gol a referto in sette partite sono un bel bottino. Sei attaccanti su sei a segno, probabilmente, è un dato ancor più importante. Esclusi i primavera, non manca nessuno tra i marcatori offensivi dell’Empoli: avere un attacco già ‘sbloccato’ e con così tante caratteristiche e modi di poter fare gol è un’arma che Dionisi cercherà di sfruttare. Aspettando i gol dei centrocampisti, che però per adesso stanno giocando divinamente e si limitano a servire assist pesanti.
Gianmarco Lotti