(foto Parma Calcio 1913)


Parma-Empoli è stata una delle prime partite con il pubblico, la prima in uno stadio di Serie A e senza dubbio la sfida più ‘di livello’ delle amichevoli del weekend a far accedere spettatori all’impianto. Allo Stadio Ennio Tardini l’esperimento è riuscito anche se non sono mancate alcune prese di posizione importanti.

Il gruppo ultras Boys Parma 1977 ha deciso di disertare il test con l’Empoli perché “l’emergenza costringe a vivere la Curva come una platea di un teatro e non è il nostro modo“. Gli ultras non sono entrati e attenderanno che tornino le condizioni sanitarie per fare di nuovo l’ingresso allo stadio. Si tratta di una decisione condivisa, almeno sui social, da tanti altri appartenenti al tifo organizzato, così come quelli dell’Empoli peraltro gemellati col Parma.

Dicevamo dell’esperimento riuscito. Con ferree regole anticontagio, il Tardini ha ospitato un migliaio di persone. Serviva la mascherina sempre indosso, i posti erano assegnati e distanziati (anche se poi qualcuno si è avvicinato…), veniva controllata la temperatura e non erano presenti tornelli. L’arrivo dei fan al Tardini è stato scaglionato e non ci sono stati problemi.

All’Ansa il Chief Operating Officer del Parma Stefano Perrone ha sottolineato come “la società si sia mossa applicando il dpcm che permette la riapertura degli impianti sportivi a mille persone. Abbiamo voluto dare un segnale importante per il calcio italiano ma sempre seguendo fedelmente la norma. E in questo ambito ai tifosi non chiediamo altro di applicare le buone norme che rispettano tutti i giorni anche all’interno dello stadio”.