Alla fine di Empoli-Entella, guardando solo il risultato, rimane l’amarezza per averla buttata via. Non può essere un alibi l’arbitraggio, soprattutto se la difesa (o meglio, i terzini in fase difensiva) hanno permesso a Dezi e Schenetti di giocare come nel giardino di casa. Siamo tutti d’accordo nel dire che i problemi dell’Empoli sono palesi e che la pressione, la forma mentale e anche qualche errore dei singoli siano decisivi nella classifica deficitaria. Se però si pensa a Empoli-Entella, non si può non parlare della tremenda prova di Marinelli e soprattutto dei guardalinee Palermo e Lombardi.
Facciamo una carrellata degli episodi. Il rigore sbagliato da Mancosu con rosso a Fiamozzi è netto, ma c’è un fuorigioco piuttosto palese sul cross dell’azione del penalty. L’espulsione di Henderson è un errore, perché probabilmente nemmeno era fallo: lo scozzese alza la gamba, ok, ma è un movimento naturale e quasi involontario, senza la benché minima intenzione di far male a Mazzitelli (e tra l’altro dopo aver ripreso palla, la scivolata è sullo slancio). Il 2-3 nasce da un possibile fallo su Stulac, ma forse questo è il caso più dubbio. Inoltre Marinelli-Palermo-Lombardi annullano a Gazzola un gol in cui nessuno è in fuorigioco, una rete al 93′ in 9 contro 11. Sono quattro errori che portano via dei punti, al netto degli sbagli in fase difensiva dell’Empoli.
Bene ripeterlo, l’arbitraggio non può essere un alibi e bisogna lavorare soprattutto sulla mentalità e la fase difensiva. Però Empoli-Entella l’ha decisa la terna. Come ha detto Corsi nel post-partita, l’Empoli è stato sempre zitto ma può recriminare per tantissimi, troppi, casi contrari: si va da Pordenone a Pescara, dalla gara in casa col Livorno a quella con al Salernitana. E poi, la magnum opus: il gol di Ricci contro il Cosenza visto da 7 miliardi di persone tranne l’arbitro. L’Empoli è in debito con gli errori, la gara con l’Entella lo ha certificato. Il Var in B deve arrivare prima possibile.
Gianmarco Lotti