(foto Empoli FC)


Annamaria Sembloni trasuda Empoli. Tifosissima e abbonata da quasi cinquant’anni, è stata premiata di recente dalla Lega B con un pacco speciale durante l’emergenza Covid-19. La tifosa Annamaria Sembloni è stata intervistata dal sito della Lega B, di seguito riportiamo integralmente le sue parole.

MA QUANTO È FORTE IL SENTIMENTO DELLA SIGNORA ANNAMARIA SEMBLONI TIFOSA?
Allora guardi, non lo metto al primo posto, perché al primo posto ci sono la famiglia, mio marito e la salute, però per il resto, per me, il calcio è una cosa troppo bella. Bellissima.

COME È NATA QUESTA PASSIONE PER L’EMPOLI?
Prima di sposarmi, non avevo un grande interesse per il calcio. Poi quando ho incontrato mio marito e siamo venuti a vivere a Empoli, perché siamo nativi di Siena, lui da subito ha incominciato ad andare allo stadio; le parlo del 1965. Per quanto riguarda me, all’inizio non è che mi dicesse più di tanto così, invece di seguirlo, gli andavo incontro prima che finisse la partita. Per me voleva dire fare una passeggiata; lo stadio distava meno di un chilometro da casa mia. In quegli anni c’era la tradizione di aprire i cancelli durante il secondo tempo. A forza di andarci ho fatto delle amicizie e mi ci sono appassionata.

NEL PACCO HA RICEVUTO UN ALMANACCO, UN’ANTOLOGIA DI CAMPIONATI E PARTITE. QUAL È STATO IL MOMENTO PIÙ EMOZIONANTE VISSUTO NEI SUOI ANNI DA TIFOSA?
L’emozione più bella per noi di Empoli è stata la prima serie A. Però il match che ci ha fatto provare un sentimento incredibile, è stato quello spareggio che abbiamo fatto col Vicenza (Empoli-Vicenza 3-2 del 2012 n.d.r.). Abbiamo giocato qui a Empoli, di notte, e una delle due formazioni doveva retrocedere. Quel giorno il Vicenza era in vantaggio su di noi; loro si stavano salvando e noi si doveva scendere di categoria. Poi è successo di tutto. C’è stato un rigore parato, era una partita in cui con il pareggio ci si salvava noi, poi è arrivato Maccarone che all’ultimo minuto ha segnato uno spettacolare goal facendoci vincere. Quella è stata l’emozione più grande che abbiamo vissuto, non lo dico solo io, i tifosi empolesi lo dicono tutti. Poi la Serie A, la Serie A non si tocca guardi, per una città piccola come la nostra, rappresenta una grande fierezza. La prima Serie A è arrivata nell’86, io c’ho lo scudettino a casa. Posso dirle una cosa? Parlando di A, io ci spero ancora. Perché se noi si riesce a far ripartire il calcio, io spero ancora nei playoff guardi. Pensi fino a che punto sono tifosa.

QUINDI NUTRE ANCORA DELLE SPERANZE PER QUESTO CAMPIONATO?
Sì le speranze ci sono ancora. Il presidente Corsi ce lo dice sempre; lui ci spera e anche noi tifosi tutti ci si spera. Perché se riparte il campionato, noi si può entrare nei playoff, perché ora siamo fuori per un punto.

MA SE POTESSE TORNARE INDIETRO LO RIFAREBBE?
Sì certo. E le dico, a volte mi prende un po’ di malinconia, perché abbiamo ormai una certa età. Eppure io nutro la speranza di vedere l’Empoli ancora per tanti anni. Lei mi chiede se io, tornando indietro lo rifarei? Ma non una volta, di più! Ho tanti amici allo stadio, ma tanti davvero, anche tra i giocatori. Mi ha chiamato Bandinelli in questi giorni per dirmi del pacco. Mi ha chiesto se sono stata contenta. Abbiamo parlato della targa, io l’ho qui sul mobile, è stata una gioia riceverla.

SENTA, MA LEI SE LO RICORDA UN TRIESTINA-EMPOLI 3-4?
Se lo ricordo?

CON TAVANO CHE SEGNAVA?
Certamente! Mi ricordo che… (sospiro). Allora lavoravo, ma il mio titolare era appassionato come me e tenevamo la radio accesa, per ascoltare la cronaca della partita. Mi ricordo anche quello di Cesena, quello del rigore sbagliato con il Brescia. Si fece questo spareggio in campo neutro. Ora mi sfugge il nome di chi ha tirato il rigore all’ultimo, ma l’ha sbagliato e noi siamo tornati a casa con una tristezza… Poi guardi, facciamo anche questa battuta, tanto che ci siamo, lei mi ha dato questa opportunità di parlare. Pensiamo a quanti giocatori e anche allenatori (ci voglio mettere anche loro) che sono passati da Empoli e che ora giocano nelle prime squadre. Prenda per esempio Rugani, che eravamo tanto amici, c’ho la maglia di Rugani, la maglia di Mário Rui, Hysaj, Montella… se si va indietro, quanti campioni sono venuti fuori di qui! Noi abbiamo vissuto tutte queste esperienze, con l’Empoli. Anche salutare un giocatore che va via fa parte dell’essere tifosi.

Qui l’intervista integrale