(foto Empoli F.C.)


Circa sette anni fa di questi tempi, passando da Monteboro ci si accorgeva di un cambiamento importante. Il vecchio logo dell’Empoli era stato messo nel cassetto, era tempo di novità: uno stemma completamente diverso avrebbe preso il posto di quello che aveva campeggiato sulle maglie azzurre per anni e anni, passando da Osio a Tavano, da Drago a Marchisio. Quel logo è rimasto tuttora, ma in pochi sanno che c’è un legame particolare con la città di Chesterfield, in Inghilterra.

Quando nel 2013 l’allora responsabile marketing Rebecca Corsi studiò il nuovo logo con il grafico e fotografo Massimiliano Ciabattini, si optò per tornare alle origini. Si optò per il primissimo stemma mai comparso dell’Empoli: un cerchio con le parole Empoli F.B. Club al cui interno era presente uno scudo con le lettere E.F.C. che si intersecano e compenetrano. Quello scudo è stato d’ispirazione per lo stemma come lo conosciamo oggi.

Cosa c’entra Chesterfield, allora? C’entra perché l’ispirazione originaria, quindi di cento anni fa, pare sia arrivata proprio da Chesterfield e dal Chesterfield FC, stando a B Magazine. La squadra inglese, adesso nelle serie minori, è stata una delle prime società calcistiche nate nel Regno Unito e nel mondo. Ha visto la luce nel 1866 e il suo logo, quasi da sempre, è formato da C.F.C. intersecate. Ed ecco il ‘legame’; sta di fatto che, ispirazione o meno, il primo logo dell’Empoli e quello del Chesterfield si somigliano abbastanza.

Ma attenzione, perché le curiosità non si fermano qui. Attualmente il Chesterfield ha sullo stemma anche la particolare guglia a spirale del suo campanile. Quale altra squadra aveva una chiesa sul logo? Esatto, proprio l’Empoli. Prima del 2013 la Collegiata di Sant’Andrea, pur nella sua forma stilizzata, era protagonista sulle maglie. Insomma, la connessione tra Chesterfield e Empoli c’è, che sia voluta o meno è tutta un’altra storia.