Gianni Mura se n’è andato. Il giornalismo italiano piange una sua penna storica, un uomo che ha cambiato il modo di intendere lo sport e ha aiutato il processo nel farlo diventare cultura. Mura aveva 74 anni ed è scomparso nella mattinata di oggi, sabato 21 marzo, all’ospedale di Senigallia, nelle Marche, per un attacco cardiaco improvviso.

Dal 1974 scriveva per Repubblica, ogni tanto appariva in tv e sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, era un intellettuale a tutto tondo, col ‘vizio’ del calcio, della bicicletta e di molte altre discipline. Era anche un romanziere, sebbene la passione per la scrittura di fiction fosse nata solo negli ultimi anni della sua vita. Apprezzabile anche il suo lavoro nel giornalismo gastronomico e enologico.

Molte volte è passato da Empoli, sorriso e sigaretta d’ordinanza, come per la presentazione del libro Essere campioni è un dettaglio. La Toscana se lo ricorda anche per essere stato uno dei giurati del premio Pannocchia, un concorso giornalistico biennale che si tiene a Santa Croce sull’Arno.

Sarà impossibile replicare il suo stile e la sua capacità di scrittura, doni innati che sfruttava nella miglior maniera possibile. Sotto la sua ala sono cresciuti molti volti del giornalismo moderno, anche se in pochi sapevano raccontare la Serie A o il Tour de France con la sua verve. Ci mancherà molto.