Il Coronavirus fa paura. Finora il mondo del calcio ne è rimasto fuori, almeno per quanto riguarda la Serie A e la Serie B. Si gioca a porte chiuse, come ieri un surreale Empoli-Trapani, ma chissà per quanto tempo ancora. Infatti un caso di Covid-19 in un giocatore di A o B porterebbe allo stop dei campionati, come ha ricordato Gabriele Gravina. Sia lui sia Damiano Tommasi hanno parlato di una possibile sospensione delle attività.
Tommasi è presidente dell’Associazione Italiana Calciatori e su Twitter ieri mattina ha pubblicato: “Ho scritto a Giuseppe Conte, Vincenzo Spadafora, Giovanni Malagò, Gabriele Gravina, Paolo Dal Pino, Mauro Balata, Francesco Ghirelli. Fermare il calcio è l’atto più utile al Paese in questo momento. Le squadre da tifare stanno giocando nei nostri ospedali, nei luoghi d’emergenza”.
Intervistato dalla Rai, il capo della FIGC Gravina ha detto: “Dobbiamo essere realisti, c’è anche la possibilità di uno stop al campionato se un calciatore è positivo. Adotteremo in quelle circostante tutti i provvedimenti necessari per garantire prima la tutela dei nostri atleti e poi capire che cosa si può fare e che impatto può avere sulla competizione sportiva”.
Il mondo del calcio è dunque in bilico. Si gioca o no? Per ora sì, anche il nuovo Dpcm che chiude l’accesso alle zone rosse fa eccezione per le partite di Serie A, Serie B e coppe. Ma è percepita al momento come una bomba a orologeria: la situazione è in completo mutamento e la positività di un calciatore o di un membro dello staff di una squadra potrebbe portare a decisioni drastiche.