(foto empoli fc)


Il 2019 non è stato un bell’anno per l’Empoli. Iniziato maluccio, si è un po’ ripreso in primavera, ma la retrocessione e il pessimo inizio di Serie B hanno certificato che il decennio è finito nella peggior maniera possibile. Nel mondo azzurro il 2019 ha portato soddisfazioni, basti pensare allo Scudetto degli azzurrini di Buscè o alla risalita delle Ladies, ma la prima squadra maschile ha tentennato. Una delle poche note positive è una delle sorprese più grandi, risponde al nome di Samuele Ricci e gioca come centrocampista.

Ricci è nato a Pontedera nell’agosto del 2001, ha esordito in Serie B a diciotto anni compiuti da poco e si è preso le chiavi della squadra. In mezzo a compagni che non stanno rendendo come dovuto, il giovane cresciuto nel Valdera è quello che finora sta rendendo di più. Una menzione speciale vale anche per Alberto Brignoli, ma le sue qualità erano note, mentre Ricci era davvero una scommessa. Eppure nelle giovanili aveva incantato, arrivando persino in Nazionale Under 19, mentre nell’Under 17 aveva segnato addirittura in finale agli Europei. Predestinato? Meglio non usare certi termini, di sicuro si tratta di un calciatore che può diventare molto forte.

Centrocampista centrale, ha preso il posto del deludente Stulac nella cabina di regia empolese, anche se in certe circostanze ha fatto – senza demeritare – la mezzala. Da quando il calcio italiano ha conosciuto Pirlo, ogni giocatore in grado di fare una verticalizzazione viene subito designato come erede dell’ex milanista. Non sbilanciamoci in paragoni su Ricci, che è un play moderno, in grado di far da schermo davanti alla difesa e di giocare pure tra le linee. In cosa deve migliorare? Nella gestione della palla: spesso la tocca quella volta di troppo oppure non sembra avere la malizia per proteggerla in mezzo a gente più scafata di lui. Ma ha diciotto anni, può sicuramente imparare in breve tempo.

Samuele Ricci è una delle poche belle, in questo caso bellissime, novità del 2019 dell’Empoli. Curiosamente, però, il suo nome è legato anche a una delle pagine più nere dell’anno appena trascorso: il gol fantasma – bellissimo, di sinistro – a Cosenza. Ricci non ha sbraitato nel post-partita, ha ammesso l’errore dell’arbitro e ha ragionato come sempre da ‘quasi veterano’. Il cervello non gli manca, le qualità ci sono.

Anche nell’anno più brutto della sua storia recente, l’Empoli si conferma fucina di talenti. Il 2020 deve ripartire da lui, magari lavorando di cesello sui pochi difetti del giovane e senza mettergli addosso troppa pressione. La freschezza mentale e fisica di Samuele Ricci può essere un fattore per riuscire a cambiare l’andamento bruttino degli azzurri nell’anno appena iniziato. Empoli ha sempre guardato verso il futuro, con Ricci in rosa può farlo con più tranquillità.