Il neo allenatore azzurro Beppe Iachini ha parlato nel suo primo giorno da tecnico dell’Empoli. “Ringrazio il presidente – dice – e la società, saluto Aurelio Andreazzoli e gli sono vicino per la situazione. Nel nostro lavoro sono momenti che capitano”

La filosofia. “Ovunque sono stato ho sempre guardato le caratteristiche dei giocatori che avevo a disposizione, non sono uno abituato a parlare molto. Mi è capitato di vincere sia con la difesa a tre che a quattro, contano le caratteristiche. Qui c’è un mix di esperti e giovani, una buona squadra. Voglio sperare che i risultati non siano figli della fortuna, ma di quello che un allenatore cerca di trasmettere ai giocatori. In mezzo ci coniughiamo il gioco perché senza quello non si va da nessuna parte, servono equilibrio e compattezza e vogliamo trasmetterlo alla squadra”

Il percorso. “Mi è capitato spesso di subentrare, un anno fa a Sassuolo eravamo penultimi e siamo arrivati undicesimi. Ci aspetta un lavoro complicato, dobbiamo conoscerci in fretta e capire cosa vogliamo gli uni dagli altri. Abbiamo partite in cui dovremo migliorare in alcuni aspetti e assumere certe caratteristiche, la squadra ha ottime qualità tecniche ma a queste devi necessariamente abbinare altre peculiarità.”

I tifosi. “È capitato anche a me di vincere quattro volte il campionato, di essere apprezzato. È giusto che Aurelio venga ricordato e sia esaltato dalla piazza. A volte il nostro lavoro ci porta ad essere inseriti in contesti difficili, ci auguriamo che col lavoro e la serietà anche Empoli ci apprezzi per quello che facciamo. Sappiamo che la situazione di classifica è questa, dobbiamo essere realisti. Non ho la bacchetta magica”.

La nazionale greca. “Non è stata l’unica situazione che mi è capitata quella della nazionale greca, fa piacere quando ti chiamano da altri paesi, ho preferito attendere perchè c’erano anche altre di serie A. Empoli è una soluzione che mi ha convinto, spero di poter fare un altro lavoro importante”.

La classifica. “La posizione di classifica è quella e non possiamo nasconderci, ma abbiamo tempo e modo per ricostruire una squadra che sappia tirarsi fuori da quella situazione. Con Accardi ci conosciamo da anni, l’ho voluto con me quando ero allenatore: era bravo da giocatore e lo è da dirigente. Mi fa piacere ritrovarlo”.