
Rade ormai sei un empolese. “Anche di più” ha risposto Krunic, il trequartista dell’Empoli negli studi di Radio Lady durante il tradizionale appuntamento del giovedì di Incontro Azzurro.
Tra due giorni si torna in campo: “C’è tanta voglia. Non ero mai stato fermo così a lungo, in Serie A ci fermavano 15 giorni mentre in Serie B sono 20. Non vedo l’ora di tornare a giocare in campionato contro la Ternana“.
C’è responsabilità di dover far bene? “Il terzo posto non sarebbe male, ma noi potevamo fare molto di più. In questa squadra c’è tanta qualità. Qualcosa manca, ma possiamo fare molto meglio”.
Si soddisfatto di questo avvio di campionato? “No, non sono soddisfatto. Posso fare molto di più, tutti aspettano qualcosa in più da me e voglio fare ancora meglio nel girone di ritorno”.
E’ stata un’estate particolare per te: “E’ un grande onore per me essere un giocatore dell’Empoli. Ho sempre voluto essere un giocatore importante per una squadra. Non volevo andare in Serie A per forza. Se ci fosse stata un’offerta, per me e la società, da non rifiutare avrei accettato. Ma posso anche rimanere qui, senza nessun problema”.
Grande orgoglio nell’essere stato capitano: “Ne parlai la scorsa settimana a casa mia in Bosnia. Mi chiedevano conto e io ho detto che non è facile essere capitano in Italia, visto che ancora non parlo benissimo la lingua (ride ndr). Capita quando non gioca il primo capitano che è Pasqual e per me è un grandissimo onore”.
Senti che manca qualche tuo gol all’appello? “Anche lo scorso anno facevo male davanti alla porta. Segnai due gol, ma potevo fare molto di più. Anche quest’anno c’è quel problema: non riesco a concretizzare al meglio le occasioni che mi credo. L’importante è che io sia vivo in gioco. Sono spesso davanti alla porta: quasi tutte le partite ho occasioni da gol e io spero solo che arrivi“.
Com’è stato cambiare modulo dal 3-5-2 di inizio stagione? “Quando giocavamo in cinque a centrocampo non c’era spazio. Col 4-3-1-2 mi trovo meglio, lo conosco già dall’anno scorso e mi piace molto così. Anche con Giampaolo giocavamo così e mi trovo molto bene. Zajc? Mi piace molto con lui, è fortissimo. Gioca spesso molto facile: quelli che conosco calcio lo vedono. Lui fa sempre passaggi in tempo, non sbaglia quelli facili. Per me è molto forte e ci troviamo bene in campo“.
Il 2017 si è chiuso con una vostra bella vittoria a Perugia: “Quello che manca secondo me è l’esperienza. Siamo tutti giocatori forti, ma non tutti non conosciamo bene come funziona la Serie B. Ci sono cose che dobbiamo imparare in modo veloce. Anche la squadra è tutta nuova. Speriamo tra un po’ di riuscire a fare meglio“.
Come hai cominciato a giocare a calcio? “Quando sono nato io c’era la guerra tra la Bosnia e la Serbia. Noi, anche adesso, abitiamo tutti insieme nello stesso paese con tutti quelli con cui abbiamo fatto la guerra. Non si può dimenticare una cosa del genere, ma ora le cose sono abbastanza tranquille. Ora le cose sono più calme”.
Come è stato il tuo arrivo a Empoli? “Ero in difficoltà all’inizio. Non conoscevo la lingua e io tatticamente ancora non ero preparato. C’era Saponara all’epoca che era un giocatore storico all’epoca. Lui fu squalificato dopo il rosso di Frosinone e quindi toccava a me contro il Sassuolo. Martusciello e Giampaolo mi dicevano ogni giorno di stare attento e io ero molto nervoso, non vedevo l’ora che si disputasse quella partita. Poi alla fine abbiamo vinto, quindi è un bel ricordo“.
Un bel rapporto anche con gli empolesi: “Mi piacciono queste cose, che mi vogliono bene. Il fatto che ci sia rispetto e che tutti mi conoscono è una cosa bella. Un giocatore al quale mi ispiro? Ronaldinho. Si è ritirato ieri, ma per me lui era un giocatore straordinario. Secondo me non c’è una persona al mondo che non ha apprezzato come ha giocato. Per lui il calcio è davvero un gioco, ha sempre il sorriso“.
Il cambio di allenatore è stata una dichiarazione della società di voler andare in Serie A?“Come si è visto anche con l’esonero di Vivarini non avevamo fatto così male. Venivamo da 5 risultati senza sconfitta ed è cambiato l’allenatore. Lì capisci che la società vuole tornare subito in Serie A. E’ una scelta che non viene presa spesso, ma nonostante questo siamo subito a disposizione del nuovo mister. Nella prima gara eravamo un po’ confusi, a Perugia è andata meglio“.
Su mister Andreazzoli: “Si vede che è un allenatore serio, che vuole tanto dai giocatori. Si vede che è uno esperto del mestiere. Mi piace che vuole molto giocare, attaccando. Ci lascia più liberta in campo e vuole tanto possesso palla. La palla la dobbiamo giocare sempre noi. Per noi centrocampisti è sicuramente positivo“.
Giorgio Galimberti