
Il presidente azzurro Fabrizio Corsi è intervenuto ai microfoni di Antenna 5 per un’analisi sulla stagione e due parole sul futuro. Queste le sue parole riprese da La Nazione. «Un motivo particolare non c’è. Gli aspetti negativi hanno superato quelli positivi. Mi sento responsabile – dice – perché ho scelto di dare continuità a un tipo di gioco che ci aveva dato delle soddisfazioni: l’interprete migliore mi sembrava Giovanni Martusciello, ma in virtù della mancanza di quei giocatori che potevano esprimere certe cose il risultato è venuto di conseguenza. Dispiace perché c’erano comunque i presupposti per salvarci, ma nel girone di ritorno abbiamo fatto peggio che all’andata. Ci sarebbe da parlare di tanti piccoli episodi, ma è andata così». Un commento sul gruppo. «Non voglio assolvere la squadra, ma credo che la responsabilità sia più che altro nostra. Io, ma anche il direttore e l’allenatore non siamo stati in grado di trasmettere l’entusiasmo e il coraggio giusto per affrontare certe gare. Ci sono stati successi straordinari come quelli di Firenze e Milan, ma quando dovevamo vincere per forza è subentrata la paura». Si parla dei tifosi e della frattura che si è creata. «La maggior parte degli empolesi – spiega Corsi – sa che al di là del dispiacere che sta vivendo la città la serie A è un qualcosa di esagerato per noi. Dovremo essere bravi a cogliere il rammarico per come l’abbiamo persa, dovremo assorbire la delusione e fare le scelte giuste per ritrovare entusiasmo ed equilibrio. Autocritica? Ho ben presente le mie responsabilità. Chi ci accusa di retrocessione voluta dice però una bischerata: io la vivo come una sconfitta personale più delle altre. L’allenatore ha forse palesato dei limiti nell’assorbire le pressioni negative che ha subìto, ma è il meno responsabile. Tecnicamente ha sempre condotto al meglio il lavoro settimanale. No, la colpa è mia e sono pronto a sottopormi a tutti i processi del caso». Un commento quindi anche sul futuro. «A livello economico abbiamo una stabilità che qualche anno fa non avevamo, però l’aspetto più difficile, adesso, è gestire il ricambio tecnico. Sul fronte del direttore non faccio il nome, ma abbiamo individuato una figura che viene da una società importante e può aiutarci sotto molti punti di vista. Per quanto riguarda invece l’allenatore è stato fatto il nome di Longo, ci risentiremo sia con lui che con altri due o tre tecnici che ci interessano. Prima vorrei chiarire la posizione del direttore tecnico e poi definire tutto insieme a lui». Due parole sulla squadra. «L’idea è quella di cambiare tutti i giocatori più importanti. Noi cercheremo di fare piazza pulita, ma se qualcuno rimarrà con le giuste motivazioni cercheremo di integrarlo. Poi ci sono i giovani come Zajc o Veseli che possono aiutarci, senza contare Piu che torna dallo Spezia o i ragazzi del settore giovanile come Zini o Jakupovic. Si aggregheranno sicuramente alla prima squadra, ci metto anche Buglio, Damiani e magari un difensore: l’idea è ricreare una base per un progetto di due o tre anni che ci porti a pensare di essere un po’ più ambiziosi. Per adesso, però, pensiamo solo a ripartire».