Fabrizio Corsi (foto Empolichannel.it)


Il presidente azzurro Fabrizio Corsi ha parlato questa mattina sulle pagine dei due quotidiani locali. Queste le sue parole rilasciate a La Nazione.  «Noi, come dirigenti – dice Corsi – avevamo messo in conto un’annata difficile, ma forse l’ambiente non se l’aspettava. Le colpe? Diciamo che i processi si fanno alla fine, ma sappiamo che questa stagione è probabilmente frutto di scelte mie e del direttore che non convincono. Posso pensare alle mancate cessioni di Pucciarelli e Saponara in estate, o al mercato di gennaio. Siamo responsabili e ci prenderemo tutte le responsabilità del caso, ma insistere ora sugli errori e puntare il dito contro i singoli giocatori o contro lo staff, a nostro avviso, è un errore».

Il presidente chiede sostegno ai tifosi. «La forza dell’Empoli è sempre stata quella di avere un ambiente sobrio ed equilibrato. Siamo distanti da esempi dove le negatività hanno pesato: da noi – dice Corsi – il pubblico è sempre stata un’arma in più. Probabilmente anche noi abbiamo commesso degli errori in estate, abbiamo creato un clima che non era da Empoli e forse si è pensato che per salvarsi non si dovesse soffrire, ma la verità è che per noi conquistare l’obiettivo all’ultima giornata è la norma».

Un commento sulle critiche piovute su squadra e allenatore. «Sentiamo molta disapprovazione da parte della gente. Gli errori che vediamo in campo sono frutto della paura che è subentrata – dice ancora Corsi –, ma se la gente fischia a venti minuti dalla fine e aspetta i giocatori dopo la partita per contestarli trasforma la nostra forza, cioè l’ambiente, in una condanna. Forse c’è stata anche un po’ di presunzione da parte nostra, ma ora ho l’impressione che si sia persa la misura. Se andiamo in città della Toscana come Pisa, Prato, Arezzo o Pistoia e raccontiamo certe cose si mettono a ridere. Vi assicuro che farebbero carte false per essere al posto nostro. L’Empoli è un patrimonio e certi comportamenti non sono volti a difenderlo: Adani in tv ha detto che il solo fatto di essere in A è un sogno per questa città. Lui conosce l’ambiente e sa quello che dice».

E mentre si smentiscono provvedimenti verso la squadra (niente ritiro, insomma…) arriva un appello. «Ormai i social la fanno da padrone, io non li leggo ma sento astio e cattiveria in molti commenti, anche con atteggiamenti beceri. Vorrei – spiega il presidente – che tutti fossimo uniti in questo finale di stagione».