
Nei giorni scorsi ha ricevuto il premio Aramini e oggi ha parlato sulle pagine del Tirreno. Lui è il grande ex Totò Di Natale. . «È vero – spiega l’ex bomber – è un momento difficile. Ne ho vissuti tanti, in carriera, e so per esperienza personale che in questo momento c’è da parlare poco e pedalare forte. Se ne esce solo col lavoro, anche se sembra una frase fatta, e l’Empoli ha tutto per uscirne».
Sembra sicuro. «Lo sono. Proprio perché la medicina è il lavoro e a Empoli c’è e c’è sempre stata la cultura del lavoro».
Però c’è anche un calendario niente male… «È probabile che il campionato dell’Empoli cominci dopo le sfide contro Napoli e Roma. Ma proprio in queste sfide, contro avversarie fuori portata, c’è bisogno di una risposta. Quest’anno la squadra forse non si è ripetuta sui livelli del recente passato, ma io l’ho seguita e ha quasi sempre giocato bene. A Verona c’è stato un passaggio a vuoto, per questo è importante reagire subito sotto il profilo delle prestazioni. Per dare una svolta secondo me può bastare poco».
Tipo? «Un risultato che non ti aspetti, un’impresa, sarebbe l’ideale. Ma può essere decisiva anche una prova sopra le righe per permettere al gruppo di ritrovare fiducia, coraggio».
Martusciello, secondo lei, cosa dovrebbe fare? «Semplicemente continuare a fare il suo lavoro».
Non pensa, come si dice in giro, che l’inesperienza del tecnico possa pesare in un momento come questo? «No. Anche perché Martusciello (che Totò, in realtà, chiama sempre Giovanni, ndr) di esperienza ne ha. Conosce l’ambiente meglio di chiunque altro e per anni ha lavorato al fianco di grandi allenatori come Sarri e Giampaolo. Per l’Empoli, poi, darebbe il sangue. Ho vissuto esperienze simili anche con tecnici esperti come Guidolin, ma anche lui ha le conoscenze necessarie per gestire questo momento. Una parte importante, poi, devono farla i senatori del gruppo, e in questo senso Maccarone è una garanzia, e i tifosi. Perché c’è bisogno di loro»