foto Empoli F.C.


Marco Giampaolo, tecnico della Sampdoria ed ex allenatore azzurro, ha commentato ai microfoni di Radio Lady il pareggio di Marassi di questo pomeriggio.

Vi siete spartiti la posta in palio: “E’ stata una partita tra due squadre che si conoscevano. Entrambe hanno provato a superarsi con le stesse idee. L’Empoli ha fatto le cose per bene e anche con buona convinzione, ma lo sapevamo. Dal punto di vista dell’allenatore è stata una buona partita”.

Simili sistemi di gioco: “Mentre la partita si svolgeva ho notato che l’Empoli faceva le stesse cose che avevamo preparato noi. E’ stata bella per questo: sfide del genere arricchiscono anche noi allenatori. Le squadre se la sono giocata a viso aperto: nessuno in campo si è risparmiato. Poteva succedere sempre qualcosa e alla fine è uscito uno 0-0. Nonostante tutto ho schierato una squadra dall’età media più bassa: il mio centrocampo aveva 20 anni oggi. Per questo dico che è stata una buona gara”.

Sulla salvezza: “L’Empoli si salva sicuramente perché è la squadra più organizzata di quella fascia. Sa giocare le partite e sa come si sta in campo. Probabilmente è il peggior attacco però per 9 partite non ha preso gol e qualcosa vorrà pur dire. Per questo sono convinto che ne uscirà fuori brillantemente”.

Cosa manca alla Samp per crescere? “Abbiamo tanti giovani e dobbiamo migliorarci da tanti punti di vista. Questa società ha il dovere di migliorarsi e di far meglio. La scorsa stagione si è salvata alla fine con una squadra molto esperta. Quest’anno ci sono tanti giovani e tanti stranieri e per questo dico che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Il resoconto lo faremo il 31 di maggio”.

Sul ricordo azzurro: “A Empoli è stata un’esperienza bellissima e non mi stancherò mai di ringraziare l’Empoli per avermi resuscitato. E’ stato un anno bellissimo, l’Empoli sa come muoversi e programmare. La gente credo che lo abbia capito, è matura ed educata. Le critiche ci possono sempre stare, ma Empoli è il club più virtuoso del campionato. Non si smentisce e va avanti a testa bassa”.

Giorgio Galimberti