Andres Tello, centrocampista colombiano dell’Empoli, si è raccontato ai microfoni di Radio Lady durante l’appuntamento con Incontro Azzurro di giovedì 1 dicembre.

C’è bisogno di ritrovare il sorriso: “Abbiamo la stessa voglia di crescere e di vincere la partita. Peccato che nell’ultimo periodo non siamo riusciti a fare bene le cose, ma lo spirito è rimasto lo stesso”.

Un Empoli può crescere ancora: “Io credo molto in questa squadra, perché siamo amici e una famiglia. Vivo con loro, è un bell’ambiente e lo spirito rimane sempre positivo anche nelle sconfitte. E’ mancata anche la fortuna nelle ultime partite”.

La scelta di Empoli:Quando sono andato via dal Cagliari, dopo una bella stagione, ho scelto Empoli ed ero contentissimo per la decisione. Sono venuto per dare il massimo e crescere, qua sono stato accolto subito benissimo da tutti. Adesso voglio fare meglio e dare un po’ di più ogni partita e ogni minuto”.

Sconfitta in Coppa Italia: “Il primo tempo è stato difficile, per colpa del vento e del freddo. Abbiamo fatto bene, ma abbiamo preso gol su errori nostri. Il Cesena è arrivato poche volte al tiro, ma le ha concretizzate. Peccato perché alla fine i nostri sforzi non sono stati ripagati”.

Com’è la Serie A?Benissimo, era quello che volevo da sempre da bimbo. Quando ero in Colombia sognavo di venire a giocare in Europa e nel campionato italiano. In sudamerica seguiamo molto il calcio italiano”.

L’Empoli è una squadra molto giovane: Ho un bel rapporto con tutti dal capitano Maccarone a Croce, Bellusci e Costa. I giocatori più esperti danno molti consigli sulla parte tattica e personale. Loro danno quell’esempio che noi giovani dobbiamo seguire”.

Come hai cominciato a giocare?In Colombia giochiamo sempre a calcio per strada, sia da piccoli che da grandi. In un paio di amici chiudevamo la strada e le macchine dovevano fare il giro perché noi stavamo giocando. La strada è come una scuola, o capisci le cose o te le fanno capire”.

Com’è stato l’impatto con l’Italia?Da piccolo ci ho sperato tanto e pensavo sempre di diventare come quelli che vedevo in tv. Arrivai in Nazionale in Colombia e arrivano le prime voci degli interessamenti italiani. Quando mi hanno detto che ero un giocatore della Juventus non ci credevo”.

Nel calcio italiano cosa c’è di diverso?La tattica. Qua siete molto tattici. Da noi è più tranquillo, non si lavora tanto sulle giocate come qui. In sudamerica pensiamo più all’aspetto del divertimento, in Italia non puoi permetterti di fare un sombrero a centrocampo”.

In cosa senti di dover migliorare?Sto lavorando tanto sull’aspetto tecnico e sul leggere la giocata. Anche stoppare la palla è molto importante, perché arrivano subito due o tre uomini a raddoppiarti. Sulla tattica ho imparato qualcosa, ma ancora devo migliorare tanto”.

Sul campo sei uno che corre:E’ una caratteristica che ho da sempre da quando gioco. Non mi stanco mai e voglio sempre giocare la palla fino all’ultimo. Questa squadra ne ha bisogno e io ho do tutto per questa squadra”.

Chi ti ha stupito tra i giocatori dell’Empoli? “Daniele Croce per il talento, così come Levan Mchedlidze. Anche Pucciarelli per me è fortissimo, non lo dico da amico. Mi piace tanto il suo modo di giocare. Skorupski in porta è bravissimo”.

Proprio a Medellin, città natale di Tello, si doveva giocare una partita molto importante: “La squadra della mia città, l’Atletico National, avrebbe dovuto giocare la finale della Coppa Sudamericana contro il Chapecoense. L’intero incasso è andato alla squadra brasiliana e la società colombiana ha chiesto di consegnare la coppa agli avversari”.