Durante Incontro Azzurro – l’Empoli in diretta del 5 maggio, tradizionale appuntamento del giovedì su Radio Lady, si è raccontato il portiere Alberto Pelagotti, ospite della puntata negli studi radiofonici.
Salvezza matematica, ma c’è un obiettivo da raggiungere: “Stiamo facendo veramente bene, dopo un periodo da gennaio a marzo non molto positivo sul piano dei risultati. L’impronta del nostro gioco c’è sempre stava, ma la vera svolta è arrivata con la vittoria nel derby che ci ha praticamente regalato la salvezza. Adesso con la testa libera andiamo a San Siro per vincere“.
Prima stagione in Serie A nella squadra del tuo territorio: “Sono contentissimo, al settimo cielo per il traguardo massimo di giocare in questa categoria. Ancor di più per averlo fatto nella città in cui sono nato, anche se ho sempre abitato a Castelfiorentino. La dodicesima Serie A è davvero un grande risultato“.
Cosa vuol dire arrivare dal settore giovanile alla prima squadra? “Una grande soddisfazione che ripaga tutti i sacrifici fatti fin da bambino. E’ il sogno di una vita: da piccolo guardi i giocatori con altri occhi, quasi come fossero eroi. Pensare che adesso ci sono io lì è qualcosa di meraviglioso“.
L’anno scorso eri a Pisa, sempre una squadra del territorio: “Ogni volta che potevo, durante l’allenamento infrasettimanale, passavo a salutare i miei compagni. Facevo parte dello spogliatoio pur giocando in un’altra squadra“.
Tuo padre (tifoso della Fiorentina) ti ha perdonato le parate contro i Viola? “Mio padre era felicissimo per me, quasi più contento di me. Lui è un tifoso sfegatato della Fiorentina, però è pur sempre mio babbo“.
L’esordio contro la Fiorentina, nel derby sentitissimo: “E’ stato un mix di emozioni e di tensioni che mi hanno aiutato a passare la nottata. Quando ho ricevuto la notizia dal mister sono rimasto sbalordito. Piano piano però mi sono concentrato per scendere in campo al meglio il giorno dopo”.
Il ritorno dall’esperienza di Pisa come riserva di Skorupski: “La differenza tra un portiere e un calciatore è che in campo ne scende soltanto uno. La speranza di giocare c’è sempre, soltanto sulla mia strada ho trovato un portiere che ha fatto benissimo e quindi c’è poco da dire. Delle partite giocate sono soddisfatto: lo scorso anno, in nerazzurro, mi ha aiutato tantissimo a prepararmi a questa categoria”.
Che tipo è Lukasz Skorupski? “Mi ha sbalordito per la sua crescita. Appena arrivato si vedevano le sue grandissime qualità, ma non pensavo che avrebbe potuto fare un campionato del genere: ha fatto una stagione di altissimo livello. Ha una grandissima forza ed elasticità nei muscoli. E’ uno dei primi in Serie A per quanto riguarda questa dote“.
E Maurizio Pugliesi? “E’ un grandissimo professionista sul piano del lavoro. Ha un profilo pazzesco per la sua età: pur avendo quasi 40 anni lavora come un ragazzino di 15/16. Nello spogliatoio porta sempre la sua esperienza. Con noi portiere è sempre pronto a dare una mano o consigli giusti: con me è stato come un fratello maggiore. Ora anche lui avrà la sua soddisfazione…“.
#UnMinutoPerPugliesi: “Quando giocherà ancora non lo sappiamo che certezza. Sicuramente però ci sarà spazio anche per lui e penso che sia la cosa più giusta e logica“.
Sul preparatore dei portieri: “Con Mauro ho un grandissimo rapporto. E’ come un secondo babbo per me. E’ sempre pronto a battermi una pacca sulla spalla nel momento del bisogno o riprendermi quando sbaglio. Mi ha dato sempre una grandissima mano e io cerco di ricambiarlo mettendo in pratica quello che mi insegna“.
San Siro è un bello stadio dove giocare… “Sto già analizzando la partita di domenica contro il Bologna per eliminare gli errori che ho fatto. Pochi tiri in porta? C’è sempre qualcosa da limare. L’Inter è bravissima sulle palle inattive e mentalmente sono già all’opera. Alla partita ci penserò quando scenderemo in campo”.
Chi è il tuo idolo? “La risposta è scontata, Buffon. Tanti portiere fanno 4/5 anni a grandi livelli in cui portano punti alla squadra. Gigi ha dato la sua impronta alla squadra per 15 anni credo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e sono rimasto sbalordito dalla sua umiltà e il suo atteggiamento da campione“.
Com’è la situazione portieri in Italia? “Dal 2006 al 2012 non ne erano usciti moltissimi. Adesso invece c’è un bel parco di estremi difensori. La scuola italiana rimane comunque la migliore, anche se quella tedesca si avvicina. Neuer? Ha rivoluzionato il ruolo, è stato un fulmine a ciel sereno“.