Giampaolo parla di crisi di risultati ma assicura che dal punto di vista del gioco non è cambiato nulla. Quattro sconfitte consecutive, o più in generale quattro punti in nove partite, devono però avere una spiegazione, perchè se i risultati non arrivano un motivo c’è per forza.
Per quanto riguarda l’Empoli, uscito malconcio anche dalla sfida di Marassi, si potrebbe probabilmente parlare di un insieme di fattori. Da un lato c’è l’inevitabile calo fisiologico che coinvolge quei giocatori (soprattutto a centrocampo) che tirano la carretta da settembre, dall’altro un pizzico di sfortuna: pensiamo ad esempio alle gare contro Udinese e Frosinone, partite nelle quali l’Empoli meritava di vincere. Con 3 punti in più, adesso, faremmo discorsi di tutt’altro genere.
Non stiamo dicendo che l’Empoli ha un credito con la sorte, basti pensare alle vittorie contro Verona, Lazio e Torino. Stiamo semmai constatando come la distribuzione dei 34 punti nell’arco della stagione sia stata molto poco omogenea. E’ il bottino che l’Empoli merita, ma è arrivato tutto insieme e ora che i risultati scarseggiano serpeggia il malumore.
Tra le componenti che spiegano il calo, poi, vanno inserite anche le assenze: Tonelli, Mario Rui, Costa e ieri a Marassi anche Pucciarelli e Saponara in avvio. E’ normale che Giampaolo non dia alibi alla squadra evitando di parlare dei giocatori che non erano in campo, ma l’Empoli, questo è un dato di fatto, non può permettersi di regalare un paio di titolari tutte le domeniche. In questo senso e per tutti questo motivi è inevitabile che il gioco ne stia risentendo: non è un crollo verticale, non è una crisi nera, ma è innegabile che l’Empoli di oggi non sia quello del girone di andata.
E così eccoci arrivati al momento topico. Se non c’è crisi di gioco le prossime due partite sono quelle giuste per dimostrarlo: l’Empoli adesso ha un doppio turno casalingo, le gare contro Sampdoria e Palermo dovranno servire per chiudere il conto e programmare la prossima stagione. Andarsi a cacciare in un guaio dopo aver sfiorato il paradiso sarebbe davvero un gran peccato.