Marco Giampaolo ha parlato alla vigilia del Frosinone. “Di scontato non c’è niente, il Frosinone è una squadra fisica. La Juventus, per averne ragione, ha dovuto aspettare più di 70 minuti. Sarà dura trovare spazio. C’è da giocare una gara difficile contro una squadra che verrà col coltello tra i denti e l’intenzione di fare punti. A luglio era uno scontro diretto e dobbiamo interpretarlo così, possiamo avvicinarci a un passo dal nostro obiettivo. Se non giochiamo con la testa giusta rischiamo grosso”.
La gara dell’andata. “Nessun senso di rivalsa. Quello che conta è pensare che la partita col Frosinone ci può avvicinare all’obiettivo, ma la gara dell’andata fa storia a sé. Uscimmo immeritatamente sconfitti e con le ossa rotte, ma non conta più nulla ormai. Dovremo essere lucidi, sereni e non innervosirsi”.
La svolta. “All’epoca venivamo da una sconfitta, loro la interpretarono con grande agonismo. Ci fecero entrare subito nel tipo di campionato che ci aspettava, ma è vero che da lì in poi facemmo una serie di risultati importanti che ci hanno fatto arrivare fin qui”.
Il Frosinone. “Chiudono bene gli spazi e non ti fanno ragionare. Hanno gente di gamba, ho visto le ultime loro partite e quindi mi aspetto una gara complicata. La lucidità farà la differenza”.
Fiducia e morale. “Non siamo in una condizione tale da perdere entrambe queste componenti, la squadra non ha di questi problemi. Certo sarebbe un gran colpo tornare a vincere, ma non dobbiamo partire dalla fine. Dobbiamo creare i presupposti per tornare ai tre punti, ma questa, ripeto, è una gara difficile”.
La tattica. “Sappiamo che ci aspetteranno e faranno densità, abbiamo lavorato su qualcosa per aprire situazioni di gioco diverse. Abbiamo cercato di lavorare sul piano dell’idea e del modo di pensare in maniera differente”.
Il terzino. “Zambelli e Bittante mi danno garanzie, ho fatto la mia scelta in funzione dell’avversario e del tipo di partita che faremo. Gioca il primo perché il secondo può farci comodo a partita in corso”.
Ariaudo. “Gioca ancora lui, ma non sorpassa gerarchicamente Camporese. E’ uno che ha respirato quest’aria, i nostri dirigenti hanno fatto questa valutazione perché è ciò che fa la differenza. Prendere uno che non c’entrava con le nostre idee non aveva senso. Questo vuol dire lavorare bene”.