Ai microfoni di Radio Lady, durante la puntata di Incontro Azzurro, ha parlato Marco Zambelli, ospite in studio che si è raccontato a tutto tondo, dall’esperienza col Brescia, agli allenamenti a Coverciano con gli svincolati, fino alla firma con l’Empoli.
Partiamo dalla sconfitta contro la Roma. “C’è rammarico di non aver portato a casa qualche punto. La squadra ha fatto una buona prestazione: l’importante sarà fare la partita contro qualsiasi squadra“.
Fino al gol di Pjanic buon Empoli: “Ripartiamo con fiducia. Chi è uomo di sport sa che dopo le sconfitte devi ripartire e non esaltarsi troppo dopo le vittorie. Ci vuole equilibrio anche in queste situazioni“.
Contro il Genoa sarà una sfida chiave? “La viviamo senza troppa pressione alla partita: si rischia di cadere nella frase che ogni partita è importante. Sarà una gara che ci potrà far fare il salto di qualità se la interpreteremo bene. Il miglior Empoli si è visto quando siamo partiti forte“.
Genoa squadra fastidiosa: “Abbiamo visto i filmati in questi giorni: i rossoblu pressano molto alto e ti fa giocare poco. Preparano le loro partite sugli errori degli avversari: penso che proprio questa sarà la chiave per vincere la partita“.
Dopo Frosinone e Atalanta? “Dopo le due sconfitte consecutive riprendersi non è stato facile. La vittoria sul Sassuolo è stata una boccata di ossigeno: nessuno ci ha regalato niente, abbiamo vinto con la grinta e la cattiveria giuste“.
Allenarsi con Roberto Baggio? “Insieme a lui, Guardiola, Matusalem.. Grandi giocatori con uno spirito umano non indifferente. Baggio aveva un grande carisma e sapeva trascinare anche i giovani e il nostro rispetto era incredibile“.
Giocare nell’Empoli vuol dire che ogni partita è importante. “Se devo analizzare tutte le partite fino ad adesso ti dico: ce la siamo giocata con tutti. Neanche l’Atalanta ci ha fatto soffrire così tanto. Sarebbe da sciocchi pensare in modo diverso, se mettiamo in campo quello che sappiamo fare e se riusciamo a fare meno errori“.
Maccarone ha detto che questa squadra è nata per soffrire. “Credo che la realtà dell’Empoli la conoscono tutti: ci sarà da soffrire e quello che dice Maccarone è la verità. Il suo appello è giusto, la gente c’è stata vicina tanto e ora si chiede di starci ancora più vicino. Alla fine questa è una cosa che ti può dare anche qualche punto in più“.
Qual’è stata la differenza tra Brescia ed Empoli? “Qui è diverso da tanti ambienti: la voglia di compattarsi nei momenti difficili, l’attaccamento sempre e comunque della gente. C’è la voglia di ottenere grandi obiettivi tutti insieme aldilà dei risultati“.
Troppi gol subiti: “Ne sono arrivati troppi: qualche volta errori individuali nostri, altri per meriti dei valori degli avversari. Troppi gol subiti su palla inattiva: durante l’arco della sfida regaliamo poco ed è da sciocchi buttare via tutto questo sui corner e sulle punizioni“.
La sensazione di mettersi la maglia dell’Empoli? “E’ stato strano: arrivavo dal ritiro a Coverciano con i ragazzi senza contratto. Dopo 10 anni con la stessa maglia, dopo che ti eri immaginato una vita sempre con la stessa maglia, è stato anche difficile. Alla fine però è prevalsa la voglia e gli ideali per esprimere sempre il meglio in campo“.
Com’è stata l’esperienza di Coverciano? “Ti senti diverso, tutti gli altri hanno squadra e anche te vorresti averla. Tanti purtroppo sono ancora in questa situazione. Mi ha insegnato a dare valore ad altri momenti, ad altre situazioni. Dal niente mi sono trovato a giocare in una squadra di Serie A, questo ti fa dare valore a qualcosa che prima però davi per scontato“.
L’impatto col gruppo? “E’ un gruppo di amici ed è bello se questa cosa traspare anche all’esterno. E’ anche un gruppo di professionisti: ognuno ha i suoi interessi e coltiva il suo orticello, ma qua si prova ad andare anche oltre ed è questa la cosa migliore”.
La tranquillità dell’ambiente è davvero importante? “Credo che stia nell’intelligenza del calciatore: in un ambiente del genere puoi pensare solo al calcio. Da altre parti magari non scendi in campo tranquillo per colpa delle critiche. Questo non aiuta né il singolo, né la squadra così come i ragazzi più giovani“.
Cosa c’è da temere del Genoa? “Non ti fanno respirare, riescono a cogliere ogni occasioni di errore. Forse minore organizzazione tattica, ma fanno dell’intensità la loro forza“.
Il giocatore più forte che hai affrontato? “Samuel Eto’o nell’anno del triplete con l’Inter: imprendibile“.
E’ davvero così divertente giocare nell’Empoli? “Sì perché giochi a calcio e cerchi di proporlo. Il mister in questo è stato bravo a farlo da inizio anno“.
Sodinha? “Tecnicamente come lui nessuno: ha avuto qualche problema fisico e personale che lo hanno portato anche ad essere sovrappeso. Ha avuto anche numerosi problemi alle ginocchia, ma tecnicamente era devastante. Faceva delle giocate incredibili“.
Inizio di stagione? “Credo sia abbastanza positivo: arrivavo da un periodo senza preparazione, dovevo assimilare nuove situazioni in campo. Garantirò sempre massimo impegno e massimo dedizione. Per me ritagliarmi dello spazio è tanta roba“.
Entrare nei meccanismi dell’Empoli è difficile? “Qualsiasi lavoro si faccia devi credere in quello che fai: anche se stiamo facendo cose nuove ci ha dato la possibilità di fare buone prestazioni in campo. L’organizzazione di questa squadra risulta positiva per noi e fastidiosa per gli altri. Così noi ci divertiamo“.
Marco Giampaolo? “Si fa sentire, è molto esigente. L’ho avuto anche a Brescia. Io a Coverciano ho fatto il corso per allenatore. Ho scoperto che lui è uno dei pochi che propone idee diverse. Una difesa alta come la nostra non la vedi in tutte le squadra: ha molto coraggio“.