Andrea Cupi (foto Empolichannel.it)


Andrea Cupi, collaboratore tecnico dell’Empoli, e ospite questa sera, giovedì 10 settembre, di Incontro Azzurro ha parlato della sua nuova avventura a fianco di Giampaolo ai microfoni di Radio Lady.

Innanzitutto che effetto ha fatto la pausa di due settimane ai giocatori?Ha fatto molto bene allo spogliatoio. Dopo la sconfitta di Milano sono sicuro che giocheremo contro il Napoli molto fiduciosi: ho visto i ragazzi pronti”.

Partita complicatissima: “Anche Valdifiori ed Hysaj saranno emozionati di tornare a giocare qui. La partita andrà svolta coi criteri e la concentrazione giusta”.

Il mister ha detto: non possiamo giocare bene e non raccogliere punti.Contro il Milan abbiamo svolto bene la partita, creando tantissime occasioni uscendo però con una sconfitta. La squadra ha cercato di lavorare sugli errori fatti per sviluppare quello che vuole il mister. Sono andati via tanti giocatori dopo tre anni insieme”.

Che accoglienza per Maurizio Sarri domenica?Sicuramente sarà accolto con un enorme applauso: ha fatto vedere cose interessanti, è un allenatore che ha fatto davvero la gavetta. Conoscendo i tifosi dell’Empoli credo proprio che gli faranno una bella festa”.

Come hai conosciuto il tecnico Giampaolo?La prima volta che l’ho incrociato ero a Napoli e lui a Siena. Abbiamo avuto un ottimo incontro: io gli dissi ‘mi metto a tua completa disposizione’. Lui mi disse: ‘Dammi del tu, sennò non andremo d’accordo”. Mi ha messo subito a mio agio in un lavoro per me nuovo”.

Il mister mette moltissima passione sul campo di allenamento.Stiamo molto tempo in campo, Giampaolo ci mette moltissima passione. E’ un allenatore che ha voglia di far bene in una piazza dove si può lavorare benissimo e con poco”.

Come arriveranno i partenopei ad Empoli? Napoli è una piazza molto esigente, la squadra verrà qua per fare la partita. Sarri ha sempre lavorato con l’obiettivo di vincere, sia che giochi che giochi con una squadra che gioca la bassa classifica o quella alta. Chi indossa quella maglia deve sudarsela: giocare nel Napoli ha un peso in più”.

Com’è stato diventare collaboratore tecnico?Prima di finire il campionato con gli Allievi Nazionali e mister Bigica fui confermato nel settore giovanile: una settimana prima del ritiro con la prima squadra mi chiamò Carli. Mi disse che mi doveva parlare e mi parlò di questo nuovo incarico. E’ stata una grande emozione”.

La finale con gli Allievi?La delusione, almeno per noi allenatori, passa. Il rammarico per questi ragazzi che hanno messo il cuore per arrivare a quella finale sfuggita a tre minuti dalla fine invece rimane. Il lato positivo? Il settore giovanile dell’Empoli è arrivato molto spesso a giocarsi i campionati”.

L’impatto da collaboratore tecnico?Allenare Massimo Maccarone, con cui ho giocato insieme, è una cosa strana. Devo dire di avere la fortuna di lavorare accanto Giovanni Martusciello, lui davvero mi ha messo a mio agio. E’ un tecnico preparatissimo, è il mio punto di riferimento”.

Il rapporto con Martusciello? “Martusciello è l’uomo in più nello spogliatoio. Tutti gli vogliono bene, è un simpaticone. Sa intervenire nelle situazioni che non vanno sdrammatizzare nei momento difficili. E’ un valore aggiunto per la società, noi che lavoriamo e per i ragazzi che scendono in campo”.

Sogni di fare l’allenatore?Sì, perché altrimenti non farei questo come lavoro. Quando ho smesso di giocare ho avuto la fortuna di trovare subito lavoro come allenatore nelle giovanili dell’Empoli. Ci vuole tempo ed esperienza: dopo cinque anni nelle giovanili, affrontare questo nuovo impegno mi darà più valore per capire se domani potrò fare questo lavoro”.

Com’è gestire un gruppo di calciatori?Con un po’ di esperienza accumulata giocando non è difficilissimo. Vedendo nel ritiro il mister che gioca a carte con loro capisci il valore aggiunto. Il rapporto deve essere costante”.

I nuovi acquisti?Si sono integrati bene nel gruppo: sono ragazzi arrivati in un ambiente in cui non puoi trovarti male. Sono anche molto bravi calcisticamente”.

Cos’è Empoli per Andrea Cupi?E’ casa, sono nato a Roma anche se dal 1998 vivo qui. E’ una città dove conosci tutti e dove mi sono creato una bellissima famiglia. Per un giocatore è il massimo stabilirsi dove ha giocato. Soprattuto da uno che arriva da una metropoli come Roma”.