Assane Diousse (foto Empolichannel.it)


Assane Diousse ha parlato nella settimana che porta alla sfida col Napoli. “Ho giocato solo due partite, non mi sento protagonista. Devo solo pensare a lavorare, non sono arrivato. In campo mi diverto, tutto qui”.

San Siro. “Nel riscaldamento mi guardavo intorno, era bello giocare li. Ma quando la gara è iniziata ho pensato solo a giocare, non entrano in campo i tifosi. Nella mia vita non è cambiato niente, a casa sono contenti di me ma io sono rimasto uguale. Il mio sogno è continuare così, lavorare al massimo e dare continuità per aiutare la squadra. Vorrei diventare un giocatore importante”.

La serenità. “Due volte si può far bene, già la terza è più complicata. Tutti mi vogliono? Quando fai bene è così, noi dobbiamo pensare a lavorare e basta. Queste voci non mi deconcentrano, io sono qui e penso all’Empoli perchè questo è un anno importante e devo ripagare la fiducia che il mister mi sta dando”.

Il Napoli. “Sarà una gara come le altre, mi fa piacere ritrovare Sarri ma tutte le partite sono difficili e importanti allo stesso modo. Io non ho niente da dimostrare, devo solo giocare e migliorare. Chi sta fuori giudicherà il mio lavoro”.

Valdifiori. “Ci allenavamo insieme, sarà bello ritrovarlo. Un idolo? Da piccolo mi piaceva Thiago Motta, ho sempre adorato il suo modo di giocare”.

La nazionale. “E’ un sogno, sto lavorando anche per questo. Potrei scegliere e prendere anche altre nazionalità, ma sono senegalese. Il mio cuore è lì, quindi la mia nazionale è il Senegal”.

I profughi. “In Africa mancano le risorse, le persone rischiano la vita per venire qui. Non hanno nessuno che li aiuta e vanno in crisi, ma ci sono tante brave persone. Anche nel mondo del calcio ci sono tanti ragazzi forti: io ho avuto fortuna che mio padre mi ha portato qui, altri non hanno la stessa possibilità. Devo molto a mio babbo per ripagare quello che ha fatto per me”.

La storia. “In Senegal stavo con mia zia, andavo a giocare dalla mattina alla sera. Volevo realizzare questo sogno, mio padre era qui e mi ha portato. Me la dovevo giocare, penso sempre a chi è in Africa e non ha queste possibilità. Ho sempre dato tutto per coronare il mio sogno. Ogni anno vado in Senegal e ho più motivazione e ambizione per fare quello che faccio quando vedo chi ha meno chances di me. Vorrei aiutare i bambini che non hanno i genitori e sono orfani”.