Marko Livaja (foto Empolichannel.it)


Si è presentato alla stampa con tanta voglia di riscatto dopo aver vestito tre maglie diverse di squadre italiane e quella russa del Rubin Kazan. E’ Marko Livaja, il nuovo centravanti dell’Empoli, tornato in Italia dopo aver già indossato la divisa di Cesena, Inter e Atalanta.

Sono contento perché la vostra lingua per me è molto facile – ha detto il croato – Ho tanta voglia e tanta grinta per dimostrare le mie capacità sul campo. La trattativa? C’erano anche altre squadre, ma poi ho parlato col mister col quale ho lavorato a Cesena. Dopo il colloquio con lui ho deciso di andare a Empoli, perché lui mi conosce bene”.

Il primo impatto con i compagni è stato: “Positivo – afferma Livaja – nell’Empoli ci sono tanti buoni giocatori. In Russia il calcio è molto diverso: ho avuto sfortuna perché mi infortunato dopo un mese e se non parli russo non puoi giocare. E’ per questo che non ho giocato in questi ultimi tre mesi. La mia condizione? Ho lavorato con la primavera del Rubin Kazan, mi stavo preparando perché volevo andare in prestito. Volevo giocare”.

L’esperienza in Italia è stata lunga, Livaja la ricorda molto bene: “Qui ho fatto la mia migliore stagione. Tutte le cose buone che ho fatto le ho fatte in Italia. Il primo giorno di allenamento è stato interessante: in Russia non usavamo mai il pallone, solo correre. La prima giornata di ieri è stata molto positiva, sono contento”.

Marko Livaja torna con la nomea di cattivo ragazzo. Cosa c’è di vero? “In Italia ho cambiato quattro squadre, ma non ho mai avuto problemi con nessuno – risponde l’attaccante – Anche in Russia in un anno e mezzo non ho fatto casino, quello che è uscito sui giornali non è vero. La mia frase sugli italiani su Facebook? Io non avevo niente contro i tifosi dell’Atalanta, ma alcuni tifosi dietro la panchina mi hanno detto ‘Zingaro, torna in Croazia’ e io ho risposto. Lì è nata tutta la questione”.

Le aspettative sono alte, Livaja è arrivato per far parte dell’attacco azzurro, ma non vuole sono partecipare: “Sono arrivato perché ho tanta voglia di giocare e la Serie A è un campionato importante. Non sono venuto per sedermi in tribuna e guardare”.