
Anche Dusca Bartoli, capogruppo in consiglio comunale per Fabrica Comune, dice la sua sulla vicenda stadio:
“Abbiamo aspettato a dire la nostra sulla vicenda stadio per cercare di acquisire informazioni e per non essere precipitosi. Vediamo che la cosa appassiona molto la città ed è comprensibile. A noi sembra pero che si dovrebbe cercare tutti di essere razionali e non troppo emotivi. In questa vicenda ci sono alcuni punti da cui partire. Primo: la città in questo momento ha un patrimonio pubblico costituito da campo di calcio, tribune, pista di atletica, palestre e locali annessi.
Questo patrimonio ha un oggettivo valore ed appartiene, adesso, a tutti gli empolesi. La prima regola da fissare, secondo me, dovrebbe essere che alla fine della storia non dobbiamo avere di meno. La società di calcio avanza l’esigenza, sicuramente motivata, di avere un uso esclusivo dello stadio. Ciò comporta che chiede di prendersi anche tutto ciò che calcio non è. La seconda regola mi pare dovrebbe essere che l’Empoli calcio assicuri, da subito, che si farà carico di restituire alla città ciò che prende. Quindi pista, palestra e locali annessi. Perché a me pare sicuramente più sensato ristrutturare lo stadio attuale che costruirne uno nuovo. Che se ne farebbe la città di due stadi non riesco ad immaginarlo. Dico di più. Probabilmente anche per l’atletica impianti separati sono più funzionali.
E non sottovaluto che la riqualificazione dello stadio possa essere una opportunità. Ma le cose vanno fatte con buon senso e con rispetto dell’intelligenza degli interlocutori. Va bene che gli imprenditori sanno fare gli affari, ma anche chi imprenditore non è le offerte le sa valutare. Ed offrire 500.000 euro per prendersi praticamente in eterno, un impianto come il Castellani, non mi pare sia modo. Ripeto l’Empoli faccia una offerta che possa consentire di aprire davvero una trattativa seria, di mettersi a sedere.
E questa non può che essere, almeno, farsi carico delle spese necessarie a costruire un polo di atletica in altro luogo. Non è un regalo, perchè in realtà ci sarebbe anche da valutare il valore della parte dedicata al calcio, (Empoli oggi ha un suo stadio, due sarebbero troppi, ma nessuno, cioè uno impianto definitivamente in mano a un privato, troppo poco) ma è una base di partenza accettabile. Su una base di questo tipo si può aprire una discussione: sulla durata della convenzione, su gli usi eccezionali, sulla compatibilità urbanistica di tutto ciò che si propone come collaterale, ecc. Offrire 500mila euro per tutto il complesso sarebbe come proporre a qualcuno di prendergli la casa offrendogli il corrispettivo del cancello. Se quello si arrabbia, non è che puoi giustificarti dicendo che però investirai tanti soldi per ristrutturarla e farla più bella”.